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Forza irresistibile

Era una bellissima giornata primaverile, di quelle che nel mese di gennaio si possono godere soltanto a Nizza e nelle altre stazioni invernali.

Uno splendido sole entrava per le aperte vetrate e inondava di luce la sala del Grande Albergo di Nizza, dove in quella mattina v’era un’allegria insolita, un movimento di forestieri che uscivano, entravano, si salutavano allegramente e formavano dei crocchi aspettando l’ora della colazione.

Fuori, sulla terrazza, stava un gruppo di fanciulle in contemplazione del mare azzurro solcato da vele bianche e barchette nere; dentro, in un angolo riparato dal vento, il commendatore Paribelli leggeva ad alta voce sul suo giornale i gradi di freddo delle principali città d’Italia e volea far gustare a tutta quella gente la voluttà di trovarsi a 12 gradi Réaumur colle finestre aperte, mentre a Roma il termometro segnava 2, a Milano 5 e a Torino 7 gradi sotto allo zero. Egli era ricco, un po’ avanzato in età e s’era proposto di gustare assieme alla moglie gli anni, e sperava fossero parecchi, che ancor gli rimanevano di vita, e in quel momento si sentiva felice di trovarsi in un ambiente tepido e primaverile, colla prospettiva d’una buona colazione, della quale la moglie, che era andata ad informarsene dal primo cameriere, gli avea recato le migliori notizie.

In piedi, nel mezzo della sala il conte Mattei, appena ritornato da Monte Carlo, narrava gesticolando le vicende d’una partita di giuoco che gli aveva fruttato in quella mattina cinquemila lire, e gli amici lo stuzzicavano per fargli pagare una cena o almeno qualche bottiglia di vino generoso.

Seduto presso ad un tavolino scrivendo una lettera, se ne stava tutto solo un bel giovane biondo, dal tipo nordico, mentre poco lontano una signora inglese consultava il dottor Corradi, professore di medicina, sopra alcuni dolori reumatici che non la lasciavano riposare la notte. Quando, tutt’a un tratto, i discorsi furono interrotti e tutti gli sguardi si volsero verso due signore, che entrate appena attraversarono la sala per recarsi in quella da pranzo.

Una era d’aspetto piuttosto matronale, coi capelli brizzolati, lo sguardo vivace ed il portamento fiero, l’altra, si capiva subito, doveva essere la figlia; era giovane e molto bella, avea una di quelle bellezze che non possono passare inosservate, sia che s’incontrino al passeggio o che entrino in un salotto. Era alta, snella coi capelli dai riflessi dorati, con degli occhi scuri profondi, circondati da ciglia brune che contrastavano stranamente col colore chiaro dei capelli; sarebbe stata meravigliosa se non avesse avuto qualche cosa di stanco ed abbandonato in tutta la persona, la carnagione diafana e il respiro affannoso che la mostravano sofferente.

Potete leggere una bellissima recensione qui: Blog Gli occhi del lupo

Gli occhi cerchiati d’azzurro

di Amalia Guglielminetti

L’automobile si fermò in mezzo al cortile e Livio Moltesi-Dauri balzò a terra. Subito, in cima alla breve gradinata di marmo a chiazze verdi, fiancheggiata da due ringhiere di ferro arrugginito, apparve un uomo cinquantenne, qualcosa d’incerto fra il servitore e il contadino, il quale lo esaminò un momento ad occhi socchiusi, curiosamente, prima di scendere ad incontrarlo. Ma quando si risolvette, Livio era già presso di lui e gli chiedeva con un tono impaziente:
— Sono in casa le signore?
Aveva appena gettato uno sguardo alla grande facciata nera e liscia della casa, aveva appena avvertito il senso di tetra durezza, di malinconica superbia che pareva emanare da quella vecchia costruzione quadrata, su cui le finestre e le porte s’incorniciavano di una larga fascia bianca, staccata e contrastante sul fosco colore delle pareti con un effetto di lugubre fastosità.

Autore: Amalia Guglielminetti
Titolo: Gli occhi cerchiati d’azzurro
Casa Editrice: Decima Musa Edizioni
Collana: Tallia
Sottocollana: Le Riscoperte n° 71
Prezzo: 0,99
Formato: epub e mobi
Pubblicato il 20 novembre 2023

La buona sorella

di Anna Vertua Gentile

Poggiata al davanzale della finestra, Claudia guardava il giardino sottostante, la macchia dei pini, il prato contiguo al frutteto. Lo sguardo errava distratto senza fissarsi in nulla; ed anche il pensiero movevasi, ma senza volontà, come in una specie di sogno. Nella mente della giovinetta venivano ricordanze e passavano imagini; nel suo cuore nascevano sentimenti a seconda delle impressioni esterne e del vario mobilissimo gioco dell’associazione delle idee. Era un giorno sul finire d’ottobre; l’aria era serena e tiepida; lontano apparivano le alte vette con una prima spruzzaglia di neve; i prati della campagna, i filari dei platani sui bastioni ingiallivano. I tigli del giardino lasciavano cadere le foglie; ma erano tutti in fiore i tardi arruffati crisantemi, ultima bellezza delle aiuole. Nell’aria era diffuso un odore di foglie morte; le campane d’una chiesa lontana toccheggiavano lente; da tutte le cose veniva il senso di languida mestizia dell’autunno morente; e l’anima di Claudia immalinconiva.

Titolo: La buona sorella
Autrice: Anna Vertua Gentile
Collana: Tallia
Sottocollana: Le riscoperte n°90
Costo ebook: 0,99
Formato: epub, mobi

L’innamorata

di Evelina Cattermole “Contessa Lara”

Il Circo Alhambra rigurgitava di gente. L’aria era calda: gli spettatori, quasi diritti, rossi, urlanti, applaudivano e sventolavano i fazzoletti. Le fiammelle del gas si agitavano nel soffio crescente di quell’entusiasmo popolare. Grida, rumori, muggiti quasi feroci, uscivano da quella moltitudine sbalordita e commossa. Le signore, vestite di chiaro, si curvavano sui parapetti dei palchi, guardando verso l’arena; gli uomini, in piedi, acclamavano. E l’orchestra seguitava a eseguire una seguedilla malinconica e ardente, che si udiva a tratti, sopra il fragore incessante del pubblico, come il grido di una procellaria sul tumulto di un oceano in tempesta.

Autore: Evelina Cattermole “Contessa Lara”
Titolo: L’innamorata
Casa Editrice: Decima Musa Edizioni
Collana: Tallia
Sottocollana: Le Riscoperte n°52
Prezzo: 0,99
Formato: epub
Pubblicato il 14 maggio 2023

La maestra di pianoforte

di Carolina Invernizio

La contessa Teana premé colla punta dell’indice sottile, dall’unghia rosea, madreperlacea, il bottoncino dorato del campanello elettrico.

Si presentò subito una giovine cameriera.

-Non è ancora venuta la signorina Loretta?

-No, signora contessa.

– E Sofia?

-È sempre in giardino.

-Va’ a dirle che basta, che io l’attendo.

Mentre la cameriera usciva, la contessa si allungò maggiormente nella sua poltrona, si diede a pensare.

Non faceva male troncando il divertimento innocente della sua bambina?

La salute e lo spirito di Sofia non si sarebbero sviluppati assai più all’aria libera, profumata, in mezzo agli splendori della natura, che nell’ambiente ristretto di un salotto, presso al tavolino od al pianoforte?

Che aveva ella guadagnato con la sua troppa sete di sapere, studiare, riflettere?

Maestra

di Clarice Tartufari

Maddalena, che aveva per solito l’ aria abbattuta di chi lavora troppo e di chi è costretto a lottare continuamente colle esigenze della vita, in quel giorno mostravasi animata e s’indovinava a prima giunta che la buona donna era felice. Difatto Ginevra, la sua unica e adorata figliuola, era stata ammessa come alunna nella scuola normale, donde sarebbe uscita maestra dopo tre anni. Maddalena non pensava punto alla lunghezza di quei tre anni, agl’incidenti che potevano sopraggiungere ad impedire o ritardare il compimento de’ suoi voti; non si preoccupava dei sacrifizi che lei ed il marito avrebbero dovuto imporsi per sopperire alle spese di libri, di tasse e di vestiti. Le pareva già di formare l’invidia e l’ammirazi one di tutte le mamme de l vicinato, le pareva che Ginevra esercitasse già la sua professione, guadagnando il necessario a mantener sé e la famiglia, senza essere costretta ad economizzare fino il centesimo

Autore: Clarice Tartufari
Titolo: Maestra
Casa Editrice: Decima Musa Edizioni
ISBN: 9791222441238
Collana: Tallia
Sottocollana: Le Riscoperte n°62
Prezzo: 0,99
Formato: epub e mobi
Pubblicato il 18 settembre 2023

Castigo

Un alto e tetro silenzio era nella stanza di Cesare Dias. Egli stava seduto nel seggiolone di cuoio bruno, teneva appoggiati i gomiti sulla grande scrivania di legno scolpito e le due mani gli nascondevano gli occhi e la fronte: si vedean solo i capelli un po’ scomposti e le labbra pallidissime sotto i mustacchi disfatti. Fuori, la triste giornata invernale declinava e tetre si facevano le ombre nell’austera stanza, tetre intorno a quella immobile figura di uomo di cui, nell’alto silenzio, parea non si udisse neanche il respiro. — Eccellenza… — mormorò una voce trepida. Cesare non si mosse: sembrava non avesse inteso. — Eccellenza, perdonate… — ripetette l’esitante e tremula voce. Allora egli, quasi a forza, liberò i suoi occhi e la sua fronte dal velo delle mani e fissò lo sguardo stanco e smarrito sulla cameriera, che lo aveva due volte interrogato. Non avea pianto, Cesare: ma tutto il volto aveva una espressione di stanchezza e di smarrimento. — Come debbo vestirla? — chiese la donna.

Titolo: Castigo
Autore: Matilde Serao

Casa Editrice: Decima Musa Edizioni
ISBN ebook: 9791222430096
Collana: Tallia
Sottocollana: Le Riscoperte n°59
Prezzo: 0,99
Formato: epub e mobi
Pubblicato il 7 agosto 2023

Galateo insegnato alle fanciulle

di Teresa De Gubernatis

A voi giovinette italiane, ch’io amo come figlie; a voi desiderose d’istruirvi, di rendervi migliori, per onorare il nostro sesso, la patria nostra, finalmente risorta a vita libera ed indipendente, a voi dotate d’ingegno e di squisito sentire, queste mie poche pagine offro, nella speranza d’aiutarvi a raggiungere la nobile meta del vostro morale perfezionamento.

Sarò breve, sarò chiara; mi studierò di rappresentarvi dilettevole il mio dire con aneddoti ed esempi tratti possibilmente dalla storia i quali, commentati dalle vostre buone madri e maestre vi invoglieranno, spero, a più serie letture.

E voi, carine mie, siatemi cortesi d’ascolto. È una madre che famigliarmente ed affettuosamente parla a sua figlia, additandole il miglior sentiero, che seguir deve, per rendersi stimata e cara in società, e felice.

Non mi fate subito i visacci, leggendo sul frontespizio del libro. Il galateo insegnato alle fanciulle con esempi storici e morali. Non isfogliatelo svogliatamente, con mala prevenzione credendolo difficile o noioso.

No, fanciulle mie, io mi lusingo anzi di farvi passare qualche ora con diletto, conducendovi a riflettere sul miglior modo di comportarvi in casa, in iscuola, in istrada, in chiesa, al teatro, al ballo, in conversazione ed in tutti i più notevoli casi della vita.

Autore: Teresa De Gubernatis
Titolo: Il Galateo insegnato alle fanciulle
Casa Editrice: Decima Musa Edizioni
ISBN: 9791222441221
Collana: Tallia
Sottocollana: Le Riscoperte n°60
Prezzo: 0,99
Formato: epub e mobi
Pubblicato il 4 settembre 2023

Il castigamatti

di Sfinge alias Eugenia Codronchi Argeli

Dolce è l’autunno a Salsomaggiore, nella gran conca verdolina un po’ arsiccia abbracciata dal gesto amoroso delle sue colline un po’ brulle. I culmini circostanti sono ornati di storiche meravigliose castella, il paese si abbellisce ogni giorno di al berghi sfarzosi, di moderne eleganze, e le viscere della terra sono corse dalle misteriose portentose sorgenti che sono balsamo a tanti mali dell’umanità. La gente d’ogni parte del mondo ivi trae in folla in cerca di salute. Ma specialmente le donne, le donne cui la giovinezza sfugge…. Per que sto Salsomaggiore è un paese autunnale, dolce ma un po’ malinconico. S’incontrano lungo i suoi viali pieni di negozi eleganti, nelle vie del suo borgo, dal suo celebre pasticcere Colombo, su per i sentieri della collina dai bei villini fioriti di rose, specialmente signore eleganti la cui bellezza è vicina a sfiorire…. Moriva ottobre, nel grande poetico parco del vecchio albergo Detraz, il più quieto, il più tradizionalmente perbene del luogo. Gocciavano dai faggi, dai castagni, dai platani foglie gialle, foglie rosse, foglie color ruggine, come una larga pioggia lenta, leggera , vivacemente colorita e pur mesta…. Non c’era più molta gente all’albergo e si erano formate, come sempre accade, dei pochi rimasti, diverse comitive.

Roveto ardente

di Clarice Tartufari

Una rapida, improvvisa folata di vento trasvolò con impeto al dissopra della campagna e tutte le cose, che parevano morte nel tedio di quel pomeriggio autunnale, furono scosse da un brivido lungo, quasi pauroso, mentre il velo fosco delle nubi, violentemente squarciato, si ornava per un attimo di bizzarri fregi luminosi.

Flora, supina presso il tronco contorto di una quercia secolare, rimaneva immobile, con le braccia ripiegate ad arco dietro la testa e con una espressione di godimento intenso diffusa per ogni tratto del volto ancora infantilmente attonito e giulivo.

Perchè aguzzava essa lo sguardo dei profondi occhi cerulei a interrogare il cielo che scendeva sempre più in basso, quasi a toccare la cima degli ulivi, aggruppati a sinistra, verso la collina? Cosa cercava ella al di là delle nubi, che si accavallavano, si sospingevano, si addensavano, si stringevano, si confondevano in mobili montagne sempre più gigantesche, sempre più tetre? Perchè tendeva essa l’orecchio a seguire l’urlo del vento, che, dopo avere scosso i rami degli alberi rabbiosamente, s’insinuava, strisciando furtivo, tra le foglie del canneto?

Quale fantasma attendeva ella che scendesse verso lei dalle nubi o di quale canzone seguiva la eco in mezzo ai sibili del vento?

Flora non attendeva nulla, non ascoltava nulla. A lei bastava di sentirsi vivere.