Archivi tag: protagoniste femminili

Gli occhi cerchiati d’azzurro

di Amalia Guglielminetti

L’automobile si fermò in mezzo al cortile e Livio Moltesi-Dauri balzò a terra. Subito, in cima alla breve gradinata di marmo a chiazze verdi, fiancheggiata da due ringhiere di ferro arrugginito, apparve un uomo cinquantenne, qualcosa d’incerto fra il servitore e il contadino, il quale lo esaminò un momento ad occhi socchiusi, curiosamente, prima di scendere ad incontrarlo. Ma quando si risolvette, Livio era già presso di lui e gli chiedeva con un tono impaziente:
— Sono in casa le signore?
Aveva appena gettato uno sguardo alla grande facciata nera e liscia della casa, aveva appena avvertito il senso di tetra durezza, di malinconica superbia che pareva emanare da quella vecchia costruzione quadrata, su cui le finestre e le porte s’incorniciavano di una larga fascia bianca, staccata e contrastante sul fosco colore delle pareti con un effetto di lugubre fastosità.

Autore: Amalia Guglielminetti
Titolo: Gli occhi cerchiati d’azzurro
Casa Editrice: Decima Musa Edizioni
Collana: Tallia
Sottocollana: Le Riscoperte n° 71
Prezzo: 0,99
Formato: epub e mobi
Pubblicato il 20 novembre 2023

La buona sorella

di Anna Vertua Gentile

Poggiata al davanzale della finestra, Claudia guardava il giardino sottostante, la macchia dei pini, il prato contiguo al frutteto. Lo sguardo errava distratto senza fissarsi in nulla; ed anche il pensiero movevasi, ma senza volontà, come in una specie di sogno. Nella mente della giovinetta venivano ricordanze e passavano imagini; nel suo cuore nascevano sentimenti a seconda delle impressioni esterne e del vario mobilissimo gioco dell’associazione delle idee. Era un giorno sul finire d’ottobre; l’aria era serena e tiepida; lontano apparivano le alte vette con una prima spruzzaglia di neve; i prati della campagna, i filari dei platani sui bastioni ingiallivano. I tigli del giardino lasciavano cadere le foglie; ma erano tutti in fiore i tardi arruffati crisantemi, ultima bellezza delle aiuole. Nell’aria era diffuso un odore di foglie morte; le campane d’una chiesa lontana toccheggiavano lente; da tutte le cose veniva il senso di languida mestizia dell’autunno morente; e l’anima di Claudia immalinconiva.

Titolo: La buona sorella
Autrice: Anna Vertua Gentile
Collana: Tallia
Sottocollana: Le riscoperte n°90
Costo ebook: 0,99
Formato: epub, mobi

L’innamorata

di Evelina Cattermole “Contessa Lara”

Il Circo Alhambra rigurgitava di gente. L’aria era calda: gli spettatori, quasi diritti, rossi, urlanti, applaudivano e sventolavano i fazzoletti. Le fiammelle del gas si agitavano nel soffio crescente di quell’entusiasmo popolare. Grida, rumori, muggiti quasi feroci, uscivano da quella moltitudine sbalordita e commossa. Le signore, vestite di chiaro, si curvavano sui parapetti dei palchi, guardando verso l’arena; gli uomini, in piedi, acclamavano. E l’orchestra seguitava a eseguire una seguedilla malinconica e ardente, che si udiva a tratti, sopra il fragore incessante del pubblico, come il grido di una procellaria sul tumulto di un oceano in tempesta.

Autore: Evelina Cattermole “Contessa Lara”
Titolo: L’innamorata
Casa Editrice: Decima Musa Edizioni
Collana: Tallia
Sottocollana: Le Riscoperte n°52
Prezzo: 0,99
Formato: epub
Pubblicato il 14 maggio 2023

Così, la vita!

di Flavia Steno
Le riscoperte n°85
Pubblicazione 26 febbraio

In piazza Corvetto, mentre s’avviava all’ufficio su oltre il viale dell’Acquasola, gli occhi di Federico Angeleri si soffermarono distrattamente dapprima, più attenti poi e subito pietosamente interessati sopra una figurina femminile tutta nera che precedendolo di pochi passi si trascinava nella stessa direzione del giovane. Appunto il muovere lentissimo e strano della donna che pareva non trovasse più la forza di sollevare il piede né quella di raccogliere nella piccola destra abbandonata lungo la persona la povera sottana a sbrendoli troppo lunga per lei e inzaccherata di tutto il fango raccolto per le strade ancora molli della pioggia della notte, aveva attirato gli sguardi del giovane.

— Che miseria! – egli pensò.

E subito dopo una riflessione seguì nel suo cervello all’osservazione:

— Ma perché non solleva quello straccio che spazza la strada?

Comprese subito perché .

Una larga pozza d’acqua non ancora asciugata dal bel sole di maggio levatosi radioso in un cielo di cobalto sgombro di nubi, aveva costretto la donna a raccogliersi la gonnella intorno alle ginocchia per superare l’ostacolo lieve e nell’atto i suoi piedi s’erano scoperti calzati da certe miserabili ciabatte sformate, scalcagnate, bucate che di scarpe non meritavano più il nome e che erano l’espressione eloquente e insuperabile del limite estremo della miseria.

Eterne leggi

di Clarice Tartufari

La stella di Venere, sola a ornare il silenzio vasto del cielo soffuso di bianchezza nella soavità dei primi albori, entrò per la finestra nel salone della casa addormentata e incoronò di piccoli raggi la fronte di Iulia bella, che rispose al saluto irradiandosi di fulgori.

Iulia bella non sorrideva con facilità; anzi si dilettava di rimanersene cinta di mistero sopra il fondo del piatto amatorio, dove un vasaio di Castel Durante l’aveva collocata in effigie, dotandola di venustà squisita fra la doppia lista dei capelli assettati dietro le orecchie e segnati di colore acceso per una fettuccia scendente dal capo, lungo le gote, fin sopra le spalle cariche a dovizia di pendagli e catene.

Ma nell’albeggiare di quella mattina di San Giovanni, mentre la campagna usciva dalla quiete notturna con tenui bisbigli, Iulia bella si compiaceva d’intrattenersi con la stella di Venere, come quando, forse, in altri secoli ella inviava sospiri alla notte gemmata da qualche balcone di qualche palazzo pesarese, dopo avere motteggiato donnescamente coi gentiluomini di Alessandro Sforza, duca novello di Pesaro, o aver danzato per alleviar la noia di madonna Lucrezia Borgia, moglie giovanetta del Signore Giovanni.

Titolo: Eterne leggi

Autrice: Clarice Tartufari

Le riscoperte n°84

Pubblicazione 19 febbraio

Eterne leggi

di Clarice Tartufari

La stella di Venere, sola a ornare il silenzio vasto del cielo soffuso di bianchezza nella soavità dei primi albori, entrò per la finestra nel salone della casa addormentata e incoronò di piccoli raggi la fronte di Iulia bella, che rispose al saluto irradiandosi di fulgori.

Iulia bella non sorrideva con facilità; anzi si dilettava di rimanersene cinta di mistero sopra il fondo del piatto amatorio, dove un vasaio di Castel Durante l’aveva collocata in effigie, dotandola di venustà squisita fra la doppia lista dei capelli assettati dietro le orecchie e segnati di colore acceso per una fettuccia scendente dal capo, lungo le gote, fin sopra le spalle cariche a dovizia di pendagli e catene.

Ma nell’albeggiare di quella mattina di San Giovanni, mentre la campagna usciva dalla quiete notturna con tenui bisbigli, Iulia bella si compiaceva d’intrattenersi con la stella di Venere, come quando, forse, in altri secoli ella inviava sospiri alla notte gemmata da qualche balcone di qualche palazzo pesarese, dopo avere motteggiato donnescamente coi gentiluomini di Alessandro Sforza, duca novello di Pesaro, o aver danzato per alleviar la noia di madonna Lucrezia Borgia, moglie giovanetta del Signore Giovanni.

Titolo: Eterne leggi

Autrice: Clarice Tartufari

Le riscoperte n°84

Pubblicazione 19 febbraio

Dal vero

di Matilde Serao

Di certo il fanciullo era bellissimo. Aveva gli occhi grandi ed azzurri, ma di quell’azzurro vero, leale che non diventa mai nero di sera; il bianco della cornea era anche irradiato da una tinta bluastra, cosa che faceva sembrare anche più grande la pupilla: i lumi della sala, riflettendosi in quegli occhi azzurri, vi accendevano una stella luccicante, una sola. Poi era biondo; non tendente al giallo, come la Gioconda di Leonardo da Vinci, né al fulvo, come la Maddalena del Tiziano, e nemmeno come dovette essere biondo il danese Amleto: quei capelli erano fini, lucidi, biondi e dolci alla vista, riposavano lo sguardo stanco da tante teste sfrontatamente brune. Quella testina originale, dal profilo abbozzato, dai lineamenti puri, dalla fronte serena, attirava il mio sguardo.

Titolo: Dal vero
Autrice: Matilde Serao
Le riscoperte n°83
Pubblicazione 12 febbraio

La najade della cascata

di Anna Vertua Gentile

Adagiato nella poltrona rullante di mogano rossastro, le borchie e gli ornamenti in bronzo dorato e il sedile foderato di broccato turchino scuro, Tino di Scorzon, uscito dal letto della sofferenza, avvolto nella vestaglia, i piedi nelle morbide pantofole, la sigaretta fra le labbra, se ne stava da un poco sul terrazzo che si apriva davanti la camera che lo ospitava.
Tino di Scorzon era stato, tre mesi prima, trasportato dalla fronte in miserande condizioni. Gravemente ferito, egli era caduto nella neve alta e quivi rimasto per un’intera giornata in mezzo a un cumulo sanguinolento di compagni, quali irrigiditi dalla morte, pochi, come lui, crudelmente feriti. Lì, fra la neve rossa di sangue, egli sarebbe certamente perito al pari di parecchi suoi commilitoni, senza l’eroico aiuto del suo attendente, che al cadere della notte, strisciando su lo strato morbido e insidioso, sfidando i proiettili che saettavano da ogni parte, riusciva, a forza di stenti, a trarlo di là, svenuto, esangue, morente. Dall’ospedaletto da campo, subito dopo la prima medicazione, l’avevano portato nell’ospedale meno lontano: nella villa generosamente offerta dal proprietario a la Croce Rossa, allo scopo di raccogliervi i feriti in guerra.

Titolo: La najade della cascata

Autrice: Anna Vertua Gentile

Le riscoperte n° 82

Pubblicazione 5 febbraio

La maestra di pianoforte

di Carolina Invernizio

La contessa Teana premé colla punta dell’indice sottile, dall’unghia rosea, madreperlacea, il bottoncino dorato del campanello elettrico.

Si presentò subito una giovine cameriera.

-Non è ancora venuta la signorina Loretta?

-No, signora contessa.

– E Sofia?

-È sempre in giardino.

-Va’ a dirle che basta, che io l’attendo.

Mentre la cameriera usciva, la contessa si allungò maggiormente nella sua poltrona, si diede a pensare.

Non faceva male troncando il divertimento innocente della sua bambina?

La salute e lo spirito di Sofia non si sarebbero sviluppati assai più all’aria libera, profumata, in mezzo agli splendori della natura, che nell’ambiente ristretto di un salotto, presso al tavolino od al pianoforte?

Che aveva ella guadagnato con la sua troppa sete di sapere, studiare, riflettere?

Maestra

di Clarice Tartufari

Maddalena, che aveva per solito l’ aria abbattuta di chi lavora troppo e di chi è costretto a lottare continuamente colle esigenze della vita, in quel giorno mostravasi animata e s’indovinava a prima giunta che la buona donna era felice. Difatto Ginevra, la sua unica e adorata figliuola, era stata ammessa come alunna nella scuola normale, donde sarebbe uscita maestra dopo tre anni. Maddalena non pensava punto alla lunghezza di quei tre anni, agl’incidenti che potevano sopraggiungere ad impedire o ritardare il compimento de’ suoi voti; non si preoccupava dei sacrifizi che lei ed il marito avrebbero dovuto imporsi per sopperire alle spese di libri, di tasse e di vestiti. Le pareva già di formare l’invidia e l’ammirazi one di tutte le mamme de l vicinato, le pareva che Ginevra esercitasse già la sua professione, guadagnando il necessario a mantener sé e la famiglia, senza essere costretta ad economizzare fino il centesimo

Autore: Clarice Tartufari
Titolo: Maestra
Casa Editrice: Decima Musa Edizioni
ISBN: 9791222441238
Collana: Tallia
Sottocollana: Le Riscoperte n°62
Prezzo: 0,99
Formato: epub e mobi
Pubblicato il 18 settembre 2023