di Sfinge alias Eugenia Codronchi Argeli
Dolce è l’autunno a Salsomaggiore, nella gran conca verdolina un po’ arsiccia abbracciata dal gesto amoroso delle sue colline un po’ brulle. I culmini circostanti sono ornati di storiche meravigliose castella, il paese si abbellisce ogni giorno di al berghi sfarzosi, di moderne eleganze, e le viscere della terra sono corse dalle misteriose portentose sorgenti che sono balsamo a tanti mali dell’umanità. La gente d’ogni parte del mondo ivi trae in folla in cerca di salute. Ma specialmente le donne, le donne cui la giovinezza sfugge…. Per que sto Salsomaggiore è un paese autunnale, dolce ma un po’ malinconico. S’incontrano lungo i suoi viali pieni di negozi eleganti, nelle vie del suo borgo, dal suo celebre pasticcere Colombo, su per i sentieri della collina dai bei villini fioriti di rose, specialmente signore eleganti la cui bellezza è vicina a sfiorire…. Moriva ottobre, nel grande poetico parco del vecchio albergo Detraz, il più quieto, il più tradizionalmente perbene del luogo. Gocciavano dai faggi, dai castagni, dai platani foglie gialle, foglie rosse, foglie color ruggine, come una larga pioggia lenta, leggera , vivacemente colorita e pur mesta…. Non c’era più molta gente all’albergo e si erano formate, come sempre accade, dei pochi rimasti, diverse comitive.