di Carlo Verdelli
La nascita, ancor più della morte, è l’unica cosa che abbiamo davvero tutti in comune, da sempre e per sempre. Non solo è l’attimo irripetibile in cui veniamo al mondo. È anche il primo giorno di una stagione della vita bellissima e altrettanto irripetibile: l’infanzia. Essere stati bambini, per quanto una volta diventati adulti si tenda a negarlo, a ridurlo ad aneddoto o semplicemente a dimenticarlo, è un’altra cosa che tutti ci accomuna.
Proprio l’infanzia è il filo rosso che lega tra loro una serie di istantanee di un mondo perduto, evocato dai mille umori dell’essere bambini: dal capriccio all’entusiasmo, dai pianti alle risate, dagli imbarazzi ai primi amori. Un viaggio indietro nel tempo che ci restituisce in dono i nostri primi anni di vita. Che ci proietta in un mondo popolato da bambini che, lungo le strade di una città ancora a misura d’uomo, emulano i loro idoli sportivi, leggono fumetti, imparano a vivere e fingono di morire. Di bambini e bambine che dietro i banchi di scuola affrontano ingiustizie che forse lasceranno un segno nella loro vita adulta. Di bambini che vedono la loro vita decisa a tavolino da adulti i quali pensano di aver sempre ragione, anche a scapito del loro bene. E di adulti che bambini non riescono a smettere di essere, fino al punto di ritrovarsi soli, incapaci di immaginare un futuro per la propria vita.
I sogni belli non si ricordano è un libro sui bambini. Sulle contraddizioni, a volte tragiche, più spesso di sapore dolceamaro, di un mondo che cambia senza sosta, trascinando con sé chiunque ne faccia parte. Esordiente d’eccezione, Carlo Verdelli raccoglie in queste pagine il lento e inesorabile trasformarsi delle emozioni dei bambini, gli errori e le esperienze degli adulti che di quei bambini sono diventati genitori. Ma che di quei bambini conservano lo sguardo sognante. Perché i bei sogni non si ricordano. Ma i bei ricordi non si dimenticano.