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Andrea Vitali è nato a Bellano, sul lago di Como, nel 1956. Medico di professione, ha coltivato da sempre la passione per la andrea-vitali_01scrittura. Il suo esordio è il romanzo Il procuratore (1990); con L’ombra di Marinetti ha vinto nel 1996 il premio letterario Piero Chiara. Approdato alla Garzanti nel 2003 con Una finestra vista lago, ha continuato a riscuotere ampio consenso di pubblico e di critica con i romanzi che si sono succeduti, costante presenza nelle classifiche dei libri più venduti, ottenendo i maggiori premi letterari italiani. Con Massimo Picozzi ha pubblicato La ruga del cretino.

Vitali dice di sè:

Confesso che sin da giovane ho avvertito la necessità di scrivere, di usare la scrittura come mezzo di comunicazione con gli altri.

All’inizio quindi era la scrittura, non concepita come esercizio solitario – nessun diario nella mia infanzia e nemmeno nella gioventù – ma come esperienza da condividere. Insomma, ci voleva qualcuno che leggesse quel che scrivevo. Fu proprio grazie a mio padre che, alla fine, compresi come potevo indirizzarla.

Mio padre, va detto, era un uomo di poche parole: casa, lavoro, telegiornale e poi a letto, dove spesso tirava tardi leggendo. Era la sua regola e, con il passare del tempo, è divenuta anche la mia. Alla quale, ogni tanto, lui si concedeva un’eccezione. In quel caso chiacchierava un po’ di più, raccontava storie, avventure che gli erano capitate quand’era giovane o che aveva sentito raccontare da altri. Accadeva di rado, a occhio e croce a ogni cambio di stagione. Fu proprio durante un passaggio di stagione, dalla primavera all’estate, che ascoltandolo ebbi l’idea di scrivere un romanzo, il primo, Il procuratore.

Fu così che il mio genitore si lasciò andare sull’onda dei ricordi e poiché la sua generazione ebbe la vita tristemente offesa dalla guerra, raccontò aneddoti guerreschi. Ricordo l’avventura di un salame, partito insieme con lui da Bellano per raggiungere l’isola di Rodi e finito poi, misteriosamente, nella pancia di un gatto; e quella di un lungo pomeriggio trascorso seduto sull’ala di un aereo da ricognizione planato, per avaria, in mare aperto. Non ci sono, come si vede, morti o feriti: non credo che mio padre abbia mai tirato un colpo d’arma da fuoco contro qualcuno, fece la guerra perché vi fu obbligato, come tanti altri, e come tanti altri ritornò con un carico di racconti che ogni tanto serviva ai figli.

Ecco Il procuratore è stato il mio punto di partenza; il 1988 l’anno in cui ho cominciato a rubare storie per restituirle scritte su carta. Ma anche l’anno in cui ho cominciato a ripensare all’infinità di storie che avevo già sentito e che aspettavano solo di essere raccontate.

Da allora non ho più smesso di ripensare a quelle che già so né di andare alla ricerca di quelle che ancora non conosco. E, a dire la verità, non ho proprio nessuna intenzione di farlo.

Ad oggi nel catalogo Garzanti sono presenti:

Una finestra vistalago (2003, premio Grinzane Cavour 2004, sezione narrativa, e premio letterario Bruno Gioffrè 2004),

Un amore di zitella (2004),

La signorina Tecla Manzi (2004, premio Dessì),

La figlia del podestà (2005, premio Bancarella 2006),

Il procuratore (2006, premio Montblanc per il romanzo giovane 1990),

Olive comprese (2006, premio internazionale di letteratura Alda Merini, premio lettori 2011),

Il segreto di Ortelia (2007),

La modista (2008, premio Ernest Hemingway), D

opo lunga e penosa malattia (2008),

Almeno il cappello (2009, premio Casanova; premio Procida Isola di Arturo Elsa Morante; premio Campiello sezione giuria dei letterati; finalista al premio Strega),

Pianoforte vendesi (2009),

Il meccanico Landru (2010),

La leggenda del morto contento (2011),

Zia Antonia sapeva di menta (2011)

Galeotto fu il collier (2012),

Regalo di nozze (2012)

Un bel sogno d’amore (2013).

La verità della suora storta (2015)

La ruga del cretino

La figlia del podestà

 

 

 

Nel 2008 gli è stato conferito il premio letterario Boccaccio per l’opera omnia.

 

Dicono di lui e dei suoi libri:

«Che devo dirvi? Ho finito le parole per raccontare quanto è bravo Andrea Vitali.»

Antonio D’Orrico, Corriere della Sera

 

«Andrea Vitali non perde un colpo e ogni nuovo libro finisce in classifica»

Repubblica

 

 

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