Clarice Tartufari ottenne il diploma magistrale e si sposò, trasferendosi a Bagnore sul Monte Amiata, in provincia di Grosseto, dove visse per la maggior parte della sua vita. Iniziò la sua carriera di scrittrice pubblicando bozzetti, poesie e racconti in piccoli opuscoli o su riviste. Il suo esordio letterario avvenne con la pubblicazione del volume “Versi nuovi” nel 1894, che non ebbe un grande successo. Fu seguito da una seconda raccolta di poesie intitolata “Vespri di maggio” nel 1896.
L’esordio con i romanzi avvenne con il romanzo Ebe.
Successivamente, scrisse per circa 15 anni opere teatrali come “Modernissima” (1900), “Dissidio” (1901), “Logica” (1901), “Arboscelli divelti” (1903), “L’eroe” (1904), “La salamandra” (1906), “Suburra”, “Lucciole sulla neve” (1907) e “Il marchio” (1914). Tuttavia, la sua produzione narrativa è considerata particolarmente importante, tanto che Benedetto Croce la riteneva superiore a Grazia Deledda.
Di lei abbiamo pubblicato (o saranno pubblicati a breve):
L’albero della morte
Ebe
Il giardino incantato
Il miracolo
Il volo di Icaro
L’uomo senza volto
Rete d’acciaio