Insolito
forse è insolito il genere per me, ma devo dire che ho trovato originale la commistione di fantasy e occulto…
Lo consiglio a chi ama il fantasy, ma è stufo del fantasy classico.
Insolito
forse è insolito il genere per me, ma devo dire che ho trovato originale la commistione di fantasy e occulto…
Lo consiglio a chi ama il fantasy, ma è stufo del fantasy classico.
You don’t really understand an antagonist until you understand why he’s a protagonist in his own version of the world.
“Non capirai mai un antagonista finché non capirai che è un protagonista nella sua versione del mondo“
In un precedente post avevo detto che la motivazione per cui l’antagonista faceva ciò che faceva era importante. La motivazione del “perché è cattivo” è un cliché che lascia il tempo che trova.
In molti casi l’antagonista non è personificato, magari è una calamità naturale o è il mare o la montagna… Ma in tante altre situazioni l’antagonista è un essere o un gruppo di esseri umani.
Per meglio capire le motivazioni dell’antagonista, dobbiamo “metterci nei suoi panni”, vedere le cose dal suo punto di vista, almeno per il tempo in cui lo costruiamo. Corriamo il rischio di farci piacere più l’antagonista che il protagonista, ma pazienza…
Vediamo una serie di motivi per cui l’antagonista contrasta il protagonista.
1) amore: l’antagonista vuole sposare la stessa persona che intende sposare il protagonista.
2) vendetta: l’antagonista vuole rovinare il protagonista per vendicare qualche torto passato.
3) distinzione: l’antagonista vuole avere dei riconoscimenti, rispetto o vuole distinguersi in qualche modo.
4) desiderio di essere accettato: simile al precedente, ma in questo caso l’antagonista vuole essere accettato in un particolare gruppo e il protagonista si trova sulla sua strada, a intralciarla o è il gruppo del protagonista quello in cui il protagonista intende essere accettato.
5) giustizia: l’antagonista ha subito un torto da parte del protagonista o da parte di qualcun altro e vuole avere giustizia. Simile a vendetta, ma la distinzione è sottile…
6) avarizia: arricchirsi o rubare tutto il tesoro del mondo…
7)paura: la paura di quello che potrebbe succedere se il protagonista continuasse per la sua strada.
8) disperazione: l’antagonista ha una deadline a breve, sa che ha poco tempo per fare ciò che deve altrimenti qualcosa di terribile (per lui o per tutti) avverrà.
9) coesione sociale: l’antagonista appartiene ad un gruppo o è un gruppo di persone che per qualche motivo deve stare unito o per auto conservarsi o per raggiungere qualche scopo.
10) desiderio di migliorarsi: l’antagonista parte da una condizione svantaggiata (povertà, isolamento sociale…) e vuole arrivare alla condizione migliore in assoluto
11) il potere come mezzo per sé stessi: l’antagonista vuole il potere per cambiare le cose a suo favore.
12) scappare dal proprio destino: l’antagonista ha il destino segnato da una profezia o visione o richiesta, ma vuole evitarla, quindi sta cercando di evitare il proprio destino compiendo azioni che impediscano al destino di compiersi.
13) seguire il proprio destino: simile a quello di prima, ma in questo caso l’antagonista segue il proprio destino senza contrastarlo.
14) persecuzione: l’antagonista si sente perseguitato (dalla sorte, dal protagonista, da un’altro personaggio) e si comporta di conseguenza.
15) rivalità: sia l’antagonista che il protagonista vogliono la stessa cosa.
16) Scoperta: l’antagonista desidera scoprire il segreto del protagonista o di quale altro personaggio per usarlo contro di lui ( o a suo vantaggio in altro modo)
17) ambizione: l’antagonista vuole tutto ciò che è possibile avere e anche quello che non è possibile.
18) sopravvivenza: l’antagonista si trova in una condizione difficile e per uscirne è disposto a tutto, senza mezzi termini.
19) auto sacrificio: anche se appare strano che un’azione come un auto Sto arrivando! Rificco possa essere una motivazione per un antagonista dobbiamo sempre metterci nei suoi panni: se si sentisse l’unico in grado di salvare la città da un tiranno?
20) amore: sembra strano, ma anche l’amore, soprattutto se interpretato in maniera un po’ anomala, può essere una motivazione per un antagonista.
21) odio: forse la più semplice fra le cause, o almeno la più semplice da immaginare
22) cospirazione: una società più o meno organizzata, più o meno segreta per sventare il piano del protagonista o di altri personaggi..
23) onore: l’antagonista agisce per mantenere alto il suo onore
24) disonore: l’antagonista sente si essere privo di onore per qualcosa che è successo in passato o per la sua condizione e agisce in accordo con questa immagine che ha di sé (e/o che gli altri hanno di lui)
25) affetti innaturali: l’antagonista intende legarsi ad un personaggio per arrivare al cuore (o al letto) di un altro.
26) catastrofe: l’antagonista approfitta di una catastrofe per trarne vantaggio.
27) dolore e perdita: l’antagonista ha subito una perdita che gli ha causato dolore. Non crede più nel fare il bene e vuole solo far provare agli altri il dolore che prova lui.
28) ribellione: l’antagonista si ribella ad una situazione o al dominio del protagonista o di uno dei personaggi.
29) tradimento: l’antagonista si sente tradito dal protagonista o da qualche altro personaggio della storia e si comporta di conseguenza
30) spargere odio e paura: il protagonista è un sadico che adora infliggere paura, odio e dolore
31) corrompere chiunque: solitamente la corruzione è un mezzo, non una motivazione fine a sé stessa, ma potrebbe essere una motivazione se il personaggio vuole dimostrare qualcosa corrompendo.
32) controllare i ragazzi: l’antagonista potrebbe essere i sofferente verso i bambini o i giovani in generale, per cui potrebbe essere infastidito (e prendere provvedimenti) nei confronti di tutti quelli al di sotto di una certa fascia d’età
33) desiderio di essere lasciato in pace: l’antagonista voleva starsene tranquillo per i fatti suoi, ma è stato disturbato… Beh, non possiamo pretendere che la prenda con filosofia.
34) ritrovare qualcosa di scomparso o di perduto:
35) salvare l’umanità: non è detto che l’antagonista sia dedito solo a cose malvagie, potrebbe essere che per salvare l’umanità intenda contrastare/ eliminare un gruppo che, nella sua ottica, rappresenta una minaccia
36) servire un padrone: l’antagonista potrebbe essere agli ordini di qualcun altro o esservi legato e quindi agire in difesa o in favore o agli ordini di un personaggio in particolare. Il protagonista potrebbe essere di un’altra squadra.
37) distruzione: l’antagonista adora la distruzione o per qualche ragione vuole radere al suolo un’area.
38) desiderio di governare una parte del mondo: uno stato, una nazione, una razza….
39) governare il mondo: perché limitare le proprie aspirazioni?
Il personaggio principale è un affascinante uomo di 27 anni. La storia inizia in un hotel. La polizia sta investigando su una storia di corruzione. Il tema della storia è la perdita dell’innocenza.
Nome autore: Mya McKenzie
Titolo dell’opera: In my hands
Genere: Romance
Prezzo: 0,99 euro
Numero Pagine: 400
Pubblicato tramite self-publishing
ISBN: nessuno
Link d’acquisto: http://www.amazon.it/dp/B00XIYNNUE
Sinossi:
Dopo averla aspettata per cinque lunghi anni, Nicholas è determinato a passare il resto della propria vita con Sienna.
Ma nel giorno del loro matrimonio, fissando la propria immagine riflessa da una vecchia specchiera, Nicholas si rende conto di non essere pienamente sereno. Oltre l?abito da sposo nero, dentro al gilet a righe sottili e sotto alla camicia di raso bianco, si cela una minuscola macchia nera.
Un?insicurezza in un mare di certezze.
Può davvero sposare Sienna sapendo di non essere stato completamente sincero con lei?
Può continuare a nasconderle una parte di sé senza che quell’impercettibile neo si porti via tutto ciò che di buono c?è tra loro?
Sito ufficiale: http://www.myamckenzie.it/
Link al pdf con le prime pagine:
http://www.myamckenzie.it/source/InMyHands_10p.pdf
Blog: blog.myamckenzie.com
facebook: https://www.facebook.com/McKenzieMya
Un ragazzo di 23 anni, un po’ paranoico, vive con dei coinquilini. Proviene da una famiglia povera. Ha paura del buio ed in effetti è ossessionato dalla luce. Dorme con la luce accesa e accende sempre tutte le luci nelle stanze in cui si trova.
SAVE ME è il grido disperato e silenzioso di una adolescente in difficoltà.
A causa di un incidente con il motorino, Sienna non ha potuto frequentare regolarmente le lezioni e si ritrova a dover ripetere l’anno. Da quando è rientrata a scuola, i suoi nuovi compagni la evitano come la peste, mentre le vecchie amiche sono troppo piene di sé per abbassarsi a frequentare una ragazza del terzo anno.
Sienna è sola, tutti la ignorano e nessuno comprende il suo disagio, nemmeno i professori.
Almeno finché a scuola non arriva il nuovo supplente di matematica.
Nicholas Hallaway è giovane, simpatico e affascinante ma, soprattutto, è l’unico ad accorgersi che lei esiste. Con tenacia e determinazione, il professore riesce a fare breccia nell’apatia della giovane e a spingerla ad affrontare le difficoltà che incontra a scuola.
Accanto a Nicholas, Sienna recupererà progressivamente la sicurezza e la fiducia perdute ma scoprirà che anche il suo insegnante, ad un certo punto della propria vita, si è perso. Così profondamente da non
aver ancora trovato pace.
Nome autore: Mya McKenzie
Titolo dell’opera: Save Me
Genere: Romance
Prezzo: 0,99 euro
Numero Pagine: 385
Pubblicato tramite self-publishing
Link d’acquisto: http://www.amazon.it/dp/B00UKENHHY
Nei mesi scorsi avevamo pubblicato la presentazione del suo romanzo, a pochi giorni dall’uscita.
Oggi pubblichiamo l’intervista che le abbiamo fatto.
Chi è Rossella C. ?
Rossella C. è una ragazza di 26 anni, insegnante di lettere e … inguaribile romantica!
La necessità di non dare il mio nome per esteso, sta proprio nel non essere riconosciuta. Neppure i miei genitori sanno che ho dato finalmente vita al mio romanzo (un po’ forse anche per le scene hot ivi contenute), solo poche persone care conoscono questa mia passione e la pubblicazione di ‘Ali di cenere’. E’ un modo per essere un’altra ‘me’. Colei che fuoriesce quando scrivo.
Forse un giorno rivelerò questo doppio ‘io’, chissà! ma per ora preferisco restare nell’ombra.
Il libro che ci presenti è il primo che pubblichi?
Si, è in assoluto il mio primo libro. Qualche storia o poesia era già stata scritta in passato, ma mai lette da nessuno. Ora, invece, ho deciso di mettermi in gioco.
Da dove nasce questa esigenza?
Non poteva bastarmi solo la lettura fatta da un’amica o dal fidanzato. Come ogni lavoro che si fa, si desidera che possa essere apprezzato anche da altri, da qui la necessità di renderlo pubblico, e di andare incontro alle critiche o agli apprezzamenti dei lettori.
E poi la storia di Mya e Noah mi frullava n testa già da un po’. Avevo bisogno di metterla su carta. Mi ha preso, mi ha sconvolta e ovviamente non potevo lasciare queste emozioni solo per me 😉
Quanto tempo dedichi alla scrittura?
Il tempo che vi dedico varia molto. Posso scrivere per una giornata intera, o anche per poche ore. Posso scrivere sette giorni su sette in una settimana, o appena due giorni. Non stabilisco un tempo preciso, ma ovviamente più scrivo, più mi sento meglio.
Come riesci a collegare la quotidianità con la scrittura?
Il mio lavoro mi permette di avere molto tempo libero. Anzi, a volte sono proprio i miei ragazzi, con le loro delusioni e i loro sogni a darmi spunti per le storie che scrivo.
Quando ho una scena in mente, devo subito scriverla. Bastano anche poche parole chiavi su un pezzo di carta … fosse anche lo scontrino della spesa!
Fa parte di una serie?
Si. Ali di cenere fa parte di una trilogia dal nome Phoenix ossia fenice, che è il tatuaggio che Noah, il protagonista, porta su una spalla, e che è simbolo del suo processo di guarigione morale. Solo che Noah crede di essere giunto ad una fase ‘meno peggiore’ della sua vita. Non crede di poter avere lo stesso processo di rinascita della fenice. Quindi possiede tale tatuaggio, più per ricordarsi ciò che lui non potrà mai ottenere : un cielo in cui volare!
Quando hai iniziato a scrivere?
Ho iniziato a scrivere alle superiori; piccole storie o poesie. Poi una volta iscritta all’università, ho avuto meno tempo, ma da circa un anno ho ripreso, ed è nata, così, la trilogia Phoenix.
Perché la strada self?
Forse per poco coraggio di inviare la storia a una casa editrice. Inoltre voglio poter gestire da me il costo del libro e renderlo così accessibile a tutti.
Hai mai partecipato ad un concorso di scrittura creativa?
No, non ho mai partecipato. Ma non nego che potrei farlo una volta terminata la trilogia.
Perché decidere di ambientare la storia a san Diego?
Premettendo che volevo ambientarlo in California, ho scelto la città di san Diego perché avevo bisogno di un luogo estivo che non avesse temperature troppo basse, in quanto alcune scene sono ambientate al mare, e inoltre, che avesse una propria zona storica, in quanto Mya, la protagonista, è amante della storia e la lascia emergere in diverse occasioni questa sua passione.
Riesci a passare dalla prima alla terza persona facilmente? E’ una scelta irrinunciabile?
In realtà ho sempre scritto in prima persona. Adoro questo stile della narrazione. Dà la possibilità, al lettore, di sentire le emozioni, le sensazioni e le motivazioni di determinate scelte della protagonista. Può guardare attraverso gli occhi di chi narra le vicende. Credo che renda le cose più misteriose.
Perché dovrebbero comprarlo?
Non ho alcuna pretesa in questo. Ho scritto questo libro perché non riuscivo più a frenare le innumerevoli scene che si delineavano nella mia mente. Ho iniziato a scrivere e non ho più smesso. Inizialmente, infatti, doveva essere un unico libro. Poi, però, avevo così tanto da raccontare che è passato ad essere una trilogia.
Quindi spero solo che lettori possano innamorarsi della storia come ho fatto io, che possano essere coinvolti dalle emozioni di Mya e essere stravolti dai colpi di scena di Noah.
Dalla voglia di riuscire a creare qualcosa di interessante, di costruire un progetto con un’identità e un tentativo di innovazione.
No, non chiediamo nessun contributo.
L’obiettivo principale è la visibilità degli autori ed è difficile non prescindere dalla loro voglia di mettersi in gioco, cerchiamo di fare più iniziative possibili con loro e per loro affinché si possa raggiungere un buon traguardo, non posso dirti altro perché sono segreti e poi dovrei ucciderti.
Principalmente ebook, i cartacei, per ora, li abbiamo accantonati ma stiamo per partire con il Print on Demand con un partner di livello.
No.
Noi non abbiamo l’ambizione di creare cultura, lo dico spesso, senza prenderci in giro bisogna dire che le case editrici sono aziende e in quanto tali devono fatturare. Cerchiamo un compromesso fra qualità e commerciabilità. Attualmente non pubblichiamo più poesia.
Una bella idea accompagnata da una buona “musicalità”, cerchiamo un potenziale tecnico-commerciale su cui investire a lungo termine. Ed è importante specificare a lungo termine, perché gli autori emergenti devono avere la pazienza di attendere anni per capire se e come il loro “hobby” può diventare qualcosa di più. Noi investiamo in questo tempo per cercare di raccogliere i frutti alla fine.
No, non abbiamo nessun limite.
Noi riceviamo circa 300/400 manoscritti al mese, ogni 2/3 mesi facciamo un resoconto e mediamente dal 15% al 25% passano il primo step.
Investiamo nella visibilità del progetto che di conseguenza si porta dietro i libri. Cerchiamo una visibilità alternativa che spesso viene e spesso no (da scrittori e “addetti ai lavori”).
Di solito rispondiamo sempre.
Da 1 a 3 mesi.
Sul nostro sito abbiamo il form apposito per inviare i manoscritti.
Inviare la sinossi con il testo completo è una cosa di buona educazione ed è una cosa che si dovrebbe fare sempre.
Certamente.
Sì può andare sul nostro sito www.lettereanimate.com e troverete tutti i riferimenti al catalogo e ai social.
Un saluto