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Storia del peperoncino-Cibi, simboli e culture tra Mediterraneo e mondo

di Vito Teti storia del peperoncino

Non esiste sapore più «globale»: Cristoforo Colombo, partito per cercare le Indie delle vecchie spezie, scoprì invece le Americhe del peperoncino; da quel momento, il nuovo re del gusto piccante non ha più smesso di viaggiare in lungo e in largo per i cinque continenti. Difficile, oggi, trovare un posto al mondo in cui non sia presente. Al tempo stesso, non esiste spezia più «locale», più geograficamente connotata, più legata all’identità dei luoghi. Per uno di quegli affascinanti paradossi della storia e della cultura del gusto, nei suoi interminabili viaggi, il peperoncino ha finito con lo scegliersi alcuni luoghi di residenza privilegiati. Tanto che questi luoghi non saprebbero più farne a meno. Tra le terre in cui è sbarcato in forza, conquistando un’indiscussa egemonia, ce n’è una che ne ha fatto il suo vessillo. Al centro del Mediterraneo, nel cuore del nostro Sud, la Calabria si è addirittura identificata, attraverso un plurisecolare processo di simbiosi, con le sue vere o presunte proprietà.
Tentatore, erotico, dolce fino al deliquio, amaro fino alle lacrime; maschile; no, femminile; compagno dei digiuni; patrono degli stravizi. Cibo che più di altri si presta ad essere raccontato per la sua storia, materiale e simbolica. Quella delle ricette e quella dei sogni un po’ allucinati lungo i quali le identità si perdono per poi ricrearsi. Rigenerante, effimero, ironico e diabolico, tenero e infuocato Peperoncino.
Titolo del libro: Storia del peperoncino-Cibi, simboli e culture tra Mediterraneo e mondo
Autore: Vito Teti
Casa editrice: Donzelli
Genere: saggio storia alimentazione
Prezzo ebook: 16,99 euro
Prezzo Cartaceo: 21,25 euro
Pagine: 392
ISBN: 9788868432348

 

Tè, caffè, cioccolata. I mondi della caffeina tra storie e culture

di Bennett A. Weinberg, Bonnie K. Bealer Tè, caffè e cioccolata

Di tutte le sostanze, droghe o spezie, che da secoli animano gli usi e i commerci degli uomini, la caffeina è senz’altro la più popolare. È l’unico stimolante che sia riuscito ad abbattere ogni resistenza e pregiudizio, al punto da essere liberamente prodotto, venduto e consumato a ogni latitudine, senza vincoli o restrizione alcuna. E tuttavia, pochi ne conoscono la storia. In queste pagine il lettore è invitato a compiere un viaggio quanto mai accattivante nella storia culturale e scientifica di una sostanza che, dalla sua scoperta, ha stregato uomini e donne, giovani e vecchi, ricchi e poveri in ogni civiltà. Si tratta della prima storia naturale, culturale e sociale del più famoso stimolatore dell’umore – di come è stato scoperto, dei suoi utilizzi più antichi, del ruolo straordinario e spesso poco conosciuto che ha giocato nella medicina, nella botanica, nella pittura, nella poesia, nell’educazione e nell’amore. Attraverso la caffeina, si ripercorrono le alterne vicende dei generi di consumo che la contengono – il caffè, il tè e la cioccolata, oltre alle bevande a base di cola – e che nel corso dei secoli sono stati celebrati in virtù delle loro proprietà benefiche e tonificanti, oppure proibiti in nome di una presunta nocività per la mente e il corpo. Con rara capacità divulgativa e grande rigore scientifico, gli autori del volume passano in rassegna ognuno di questi aspetti. Il risultato è un itinerario affascinante che, attraverso la storia dell’arte, della società e della scienza, ci conduce sulle tracce della caffeina, dall’Asia e dall’America all’Africa e all’Europa, dalla chimica all’arte, da Goethe ai cyber-caffè.

Titolo del libro: Tè, caffè, cioccolata. I mondi della caffeina tra storie e culture
Autore: Bennett A. Weinberg, Bonnie K. Bealer
Casa editrice: Donzelli
Genere: saggio storia alimentazione
Formato: solo cartaceo
Pagine: 428
Prezzo Cartaceo: 14,45 euro
ISBN: 978-8860363947

 

Confessioni di un venditore di povertà

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di Francesco Petrone

Molto spesso ci hanno fatto credere che la solidarietà sia qualcosa di completamente altruista. In realtà, soprattutto quando viene incarnata da grandi associazioni, nasconde degli aspetti mostruosi e dei lati oscuri come quello di servirsi del marketing spietato e selvaggio e di molti giovani disoccupati che hanno bisogno di lavorare, per generare ricchezza alle spalle di chi soffre.

Apparentemente la finalità di questo libro può sembrare soltanto quella di voler descrivere i perversi meccanismi di marketing utilizzati dai dialogatori per cercare sostenitori ai progetti umanitari delle più grandi ONG (Save The Children, Greenpeace e così via). In realtà questa confessione è molto di più: è la descrizione di una realtà assurda, il racconto di molti sogni infranti, della speranza di trovare un posto in questo mondo in cui non regni (così tanto) arrivismo e mediocrità, è il racconto dell’immobilità che crea la crisi e dell’opportunismo di certe imprese che generano milioni con “l’industria della solidarietà”. Da questo scenario crudo, misero e diverso da come si crede, o da come vogliono farci credere, può venir fuori un messaggio ottimista?

Intervista alla Casa Editrice Caravan Edizioni

Come nasce la Casa Editrice?

Caravan Edizioni nasce nel 2010 a Roma per esplorare le tematiche del viaggio e dell’identità culturale. Nel 2013 cambia redazione ma continua a pubblicare giovani autori sudamericani e testi fondamentali sui diritti della donna (come quelli di Olympe de Gouges e Mary Wollstonecraft). Stiamo inoltre asfaltando nuove strade. Inoltre Caravan fa dell’eco-sostenibilità una caratteristica imprescindibile, anche attraverso l’utilizzo esclusivo di carta riciclata certificata.

2. Chiederete un contributo ai vostri autori per pubblicare o siete totalmente free?

Caravan è schierata contro l’editoria a pagamento. Lo stesso concetto di “contributo” non si attaglia, per noi, al mondo editoriale: una casa editrice è un’impresa, e se chiede soldi a un autore significa che non ha la voglia, i mezzi o la forza di promuoverlo: perché pubblicarlo, allora?

3. Quali sono i vostri punti di forza per emergere in un mercato dove le grosse case editrici riescono a monopolizzare la distribuzione?

La qualità dei testi, la scouting su autori stranieri ancora non tradotti altrove, una – a nostro parere – spiccata capacità di auto-promuoverci.

4. Libri cartacei o ebook, su cosa puntate principalmente?

Principalmente sul cartaceo, ma di ogni nostra uscita esiste anche l’ebook.

5. Per il cartaceo avete già qualche distributore o librerie di fiducia?

Siamo distribuiti nazionalmente da NdA. Con una ventina di librerie di fiducia manteniamo invece un conto vendita diretto.

6. Quali sono i generi su cui puntate? Quali invece i generi che non pubblicare proprio?

Puntiamo sulla narrativa pura, o sul saggio/reportage. Non accettiamo romanzi di genere (fantasy, poliziesco, horror), anche se siamo aperti al noir. Non pubblichiamo poesia.

7. Cosa cercate nei romanzi da pubblicare?

Una voce originale, possibilmente anche un immaginario personale. E una bella storia. Diciamo un bel compromesso tra forma e contenuto.

8. Avrete delle limitazioni di lunghezza oppure no?

No.

9. Quanti manoscritti ricevete di media al giorno e al mese? Quanti di questi superano gli step e arrivano alla pubblicazione?

Riceviamo una media di 2 manoscritti al giorno, il che significa settecento all’anno. Al momento, poiché l’ipotizzata collana di scrittori emergenti italiani non è ancora nata, è impossibile fare una statistica.

10. Investite molto nella promozione dei vostri libri?

In termini di tempo, tutto il tempo che abbiamo. Abbiamo volentieri rinunciato a una vita privata.

11. Risponderete sia in caso positivo che negativo agli autori?

No, sarebbe impossibile. Come già detto, ne riceviamo più di settecento all’anno, rispondere a tutti significherebbe impiegare un’intera giornata lavorativa a settimana solo a questo scopo. Ovviamente ci dispiace, ma non è logisticamente fattibile. Contattiamo solo in caso di interesse.

12. A quanto ammontano i tempi di attesa per la valutazione?

Solitamente sei mesi, oltre i quali si può considerare che l’opera sottoposta non è stata considerata idonea alla nostra linea editoriale.

13. A chi devono essere inviati i manoscritti?

A questo indirizzo qui: manoscritti@caravanedizioni.it

14. Quali caratteristiche devono avere?(è necessario inviare prima una sinossi e i primi due capitoli, si invia via mail….)

Il modo ideale di proporre un manoscritto è questo: scrivere nell’oggetto della mail cognome e titolo (Bianchi, “Il tè nel deserto”), scrivere nel corpo della mail una + brevissima presentazione (tre righe, possibilmente con le pubblicazioni già effettuate, se ci sono, o con particolari esperienze personali) e allegare un file con il testo completo, preceduto dagli estremi dell’autore e da una sinossi: il file può essere in formato .doc, .rtf o .pdf, ma non in .docx.

15. Trattate anche Autori esordienti?

Come già detto, lo stiamo considerando. E finora abbiamo trovato molti autori interessanti, ma ci vorrà ancora un po’ per il nostro primo autore italiano.

16. Come possiamo vedere il vostro catalogo?

Questo è il nostro sito internet: caravanedizioni.it. Questa la nostra pagina Facebook: https://www.facebook.com/caravanedizioni?fref=ts. Su Twitter ci trovate così: caravaedizioni