Archivi categoria: Scrittura creativa

Liste di nomi

Questo elenco è solo parziale, si riferisce alle liste di nomi finora pubblicati.

 

Altre liste seguiranno e aggiornerò il post di mano in mano…

Nomi ispirati all’estate

Nomi ispirati all’autunno

Nomi ispirati all’inverno

Nomi ispirati ai nomi di uccello

Nomi che significano Sole

Nomi che significano Fuoco

Nomi che significano Luna

Nomi dell’epoca Regency

Cognomi dell’Epoca Regency

Antichi nomi Femminili

Antichi nomi Maschili

Cognomi medioevali inglesi

Nomi inglesi medioevali

Nomi gallesi

88 nomi ispirati al Fantasy e alla Fantascienza

I 40 nomi più diffusi degli anni ’50

I 50 nomi più diffusi nei bellicosi anni ‘40

I 40 nomi più diffusi nei ruggenti anni ’20

I 50 nomi più diffusi in epoca vittoriana

10 nomi che significano acqua

Quanto deve essere lungo un romanzo?

Cominciamo col dire che la lunghezza di un testo non si misura in pagine, ma in cartelle, o meglio in battute, cioè in “caratteri”. In Italia. In America si misura in numero di parole.
In Italia una cartella corrisponde a 30 righe da 60 caratteri ciascuna. In pratica 1800 caratteri, spazi inclusi. Semplice, no? Certamente, se non fosse che per alcune case editrici la cartella corrisponde a 2000 battute. Quindi è meglio chiedere, o se si tratta di un bando di concorso, leggere bene. Ad esempio il bando della Harlequim di qualche giorno fa, indicava le cartelle minime che il testo doveva avere e indicava anche il fatto che si intendevano cartelle da 2000 battute ciascuna.
Che si tratti di cartelle da 1800 o da 2000 battute, un dato non varia: si intendono sempre “spazi inclusi”.

Classificazione delle opere in base alla lunghezza
Viene definito racconto tutto ciò che non supera le 50 cartelle (da 1800 o 2000 battute poco importa), si definisce racconto breve quello che non supera le 5 cartelle.
I racconti sembrano avere poca fortuna sui canali tradizionali (editoria cartacea), a meno che non si tratti di un raccolta di racconti che arriva alla lunghezza di un romanzo tradizionale, le ragioni sono facilmente immaginabili: l’impianto di stampa ha un costo che non viene ammortizzato per un racconto, che non potrebbe essere venduto ad un prezzo elevato…
Hanno invece miglior fortuna sull’editoria digitale che ha costi gestionali minori e prezzi di vendita più bassi. Ci sono anche alcuni canali, o meglio piattaforme, che pubblicano racconti più o meno brevi per lettori che leggono sui mezzi pubblici; una nuova frontiera e una nuova palestra, dunque.
Per quanto riguarda i romanzi, ovviamente si va dalle 50 cartelle in su, tenendo conto che un romanzo normale si aggira intorno alle 150 – 200 cartelle, quindi 50-100 cartelle sono l’equivalente di un romanzo breve. Resta da trovare la definizione di romanzo per le opere comprese fra le 101 – 149 cartelle, ammesso che serva trovarla, ovviamente!

Conversione battute/numero parole
Questa parte riguarda chi frequenta siti e blog americani, come dicevo prima, gli scrittori americani calcolano la lunghezza di un romanzo in base al numero di parole, se qualcuno di voi volesse partecipare al NaNoWriMo (ne parleremo) dovrà letteralmente fare i conti con il numero di parole.
Ho fatto un po’ di calcoli utilizzando come base diversi miei testi e, statisticamente, una parola italiana è mediamente formata da 5 caratteri (+ uno spazio) il che porta il rapporto parole/caratteri= 1/6. Quindi se ho scritto un testo di 300 parole avrò scritto una cartella  (da 1800 battute).

Come calcolo le battute
Fortunatamente tutti o quasi i programmi di scrittura ci aiutano in questo in un modo o nell’altro. Quando vi recensisco le app di scrittura vi indico sempre se c’è la possibilità del calcolo. A volte l’hanno in solo sistema, solo caratteri o solo parole, più spesso in entrambi. C’è poi un’app, writeometer, di cui vi parlerò più avanti, che ci aiuta a tenere il calcolo dei progressi fatti.
Per word si trova in revisioni, ma fidatevi, il mio veeeechio Mac (del 1993) l’aveva nel programma di scrittura.

Lunghezze americane
Non ci riguardano a meno che non si intenda sbarcare oltreoceano con la propria opera, ma in caso è meglio saperlo.
Storia breve: fino a 7500 parole
Racconto: 7500 – 18000 parole
Romanzo breve (Novella): da 18000 fino a 50000 parole
Romanzo normale: oltre le 50000 parole, solitamente però si tratta di  100000 – 110000 parole
In questo caso è inutile fare i conti di conversione, dato che se intendete usarlo per sbarcare oltreoceano, dovrete necessariamente tradurre il vostro testo in inglese e il rapporto parole/caratteri varia da una lingua all’altra.

Giusto per la cronaca, questo testo è formato da 592 parole.

lunghezza opere (online-audio-converter.com)

Il brano musicale in sottofondo è “They Say” licenza CC0

Software per la scrittura

Esploro in questo podcast alcuni software che aiutano gli scrittori ad organizzare il testo, senza perdersi. Di seguito ci sono i link ai produttori dei software, per provarli, vederli, farsi un’idea.

Scrivener

YWriter

Bibisco

Vellum (solo per Mac)

Ulysses (solo per Mac)


La musica del podcast, come sempre è
“They Say” licenza CC0

Questa è la prima parte del post, la seconda potete trovarla qui.

Stampare e pubblicare, c'è differenza!

Questa volta voglio fare chiarezza sulla differenza fra stampare e pubblicare.

Spesso sui gruppi di scrittura trovo persone che confondono le due cose, o non hanno ben chiaro quali siano i paletti della pubblicazione.

stampare e pubblicare

La musica del podcast, come sempre è
“They Say” licenza CC0

Come non farsi pubblicare – prima parte

Un post (e podcast) provocatorio e un po’ antipatico.

Dovevo farlo, prima o poi doveva capitare. Raccolgo gli errori più comuni che capitano agli aspiranti autori, quegli errori che, spesso pregiudicano una loro pubblicazione pur in presenza di un buon testo.

In altre parole fate esattamente il contrario degli errori che vi presento.

E state tranquilli, almeno uno o due di quegli errori, li abbiamo fatti tutti, almeno una volta.

Il brano musicale in sottofondo è “They Say” licenza CC0

come-non-farsi-pubblicare-parte-1

Antagonista: cliché da evitare

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Qualche mese fa avevo già discusso l’importanza che la creazione di un buon antagonista riveste nella credibilità della nostra storia. Ca va sans dire che vanno evitati molti, cioè tutti, i cliché, a meno che non siano voluto per creare un senso di grottesco.

1^ cliché: l’aiutante dell’antagonista: niente gobba o altre deformità di varia natura: il romanzo gotico li ha già esplorati ampiamente. Naturalmente non deve nemmeno chiamarsi Igor…

2^ cliché: discorsi roboanti. Ormai non vengono più usati nemmeno nei racconti per bambini. Cosa dovrebbe fare il protagonista durante il discorso? Ovviamente non sarà in estatica ammirazione dell’eccelsa mente dell’antagonista. Cercherà di liberarsi dell’antagonista, soprattutto se questi, nel suo discorso, spiattella bellamente il suo piano…

3^ cliché: rivelazione del piano. Legato al precedente, se durante il discorso roboante l’antagonista spiattella il suo piano, al protagonista, beh, oltre al fatto che il protagonista ha un motivo per ascoltare l’antagonista, e ci sta, è stupido. È vero che dobbiamo in qualche modo rivelare il piano malvagio, ma questo è il modo più farsesco fra quelli possibili. In più vi ricordo l’equazione che vi ho già presentato in un post precedente: antagonista stupido = protagonista stupido. Sarebbe un comportamento stupido da parte dell’antagonista perché se il protagonista dovesse liberarsi, come di solito accade, prima che il piano dell’antagonista si sia completamente compiuto, avrebbe svelato tutto e il modo per mandare tutto all’aria.

4^ cliché: “sto per uccidere la tua fidanzata (o madre/padre/amica d’infanzia).
La motivazione che l’antagonista dà al protagonista per fare ciò che l’antagonista vuole è importante, non è sempre necessaria, ma quando c’è non dovrebbe essere quella usata da troppe storie. Questa lo è.

5^ cliché: “bene, bene… Cosa abbiamo qui?” frase sentita milioni di volte… Non la usa più nemmeno Gambadilegno nei film di Topolino… Possiamo evitarla. Anzi, dobbiamo evitarla.

6^ cliché: coinvolgere l’eroe in una sfida di intelligenza
A volte è l’eroe a coinvolgere l’antagonista in questo tipo di sfide per guadagnare tempo… Già visto, già usato da tanto, anche questo è un cliché, quindi è da evitare.

7^ cliché: l’antagonista che gongola nella vittoria. Troppo presto.
Ormai non viene usato nemmeno più nelle storie per bambini, e sapete che i bambini hanno bisogno dei cliché, non è un caso che ci costringerebbero a vedere lo stesso file decine di volte fin quando non anticipano le battute (tutte le battute) e le scene.
Il protagonista, grazie al sudore dell’autore, riesce a uscire dalle situazioni più improbabili. L’antagonista che festeggia e il protagonista che gli rovina la festa è ormai un classico.

8^ Cliché: voltarsi quando il protagonista dice “guarda dietro di te”.
Un antagonista con un minimo di serietà capisce che è un diversivo del protagonista per guadagnare tempo. È l’unico caso in cui la risposta dell’antagonista può essere una risata, non malefica, ma beffarda…

9^ cliché: cacciare l’eroe in una trappola elaborata e poi abbandonarlo (dandogli la possibilità di venirne fuori)
Chiaro che l’antagonista si allontana per dare l’ultimo tocco alla trappola, mettere a posto l’ultimo tassello, ma risulta anche questa un’azione stupida, senza contare che più il piano è elaborato, più ci sono variabili in gioco, quindi più cose che possono andare storte. Non è un segno di intelligenza da parte dell’antagonista concepire un piano elaborato, ma è un segno di insicurezza o di “non ho nient’altro di cui occuparmi”. Il piano migliore è quello semplicemente geniale.

10^ cliché: risata malefica… Cioè, capiamoci… Solo Disney può. Non perché sia lui, ma per il discorso fatto prima sul rapporto bambini-cliché.

Il seguito del podcast è a questo indirizzo.

Di che cosa hai paura? Fobie dalla A alla Z

Questo è un post indice, in cui sono elencati tutti i singoli post che si riferiscono alle paure talmente forti da essere addirittura delle fobie.

Fobie che iniziano con la lettera A
Fobie che iniziano con la lettera B

Fobie che iniziano con la lettera C

Fobie che iniziano con la lettera D


Fobie che iniziano con la lettera E


Fobie che iniziano con la lettera F


Fobie che iniziano con la lettera G


Fobie che iniziano con la lettera H
Fobie che iniziano con la lettera J,K,I
Fobie che iniziano con la lettera L
Fobie che iniziano con la lettera M
Fobie che iniziano con la lettera N e O
Fobie che iniziano con la lettera P
Fobie che iniziano con la lettera Q, R, S
Fobie che iniziano con la lettera T
Fobie che iniziano con la lettera U, V,W, X, Y, Z