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La ragazza in verde

di Derek B. Miller La ragazza in verde

Iraq, 1991. La guerra è finita e il soldato Arwood Hobbes, di stanza con un reparto dell’esercito americano incaricato di far rispettare il cessate il fuoco, si annoia a morte. L’operazione Desert Storm non è stata altro che una campagna aerea di un mese contro alcune truppe irachene allo scoperto, seguita da un conflitto di soli quattro giorni. Arwood fa parte del Terzo Squadrone, Secondo reggimento di Cavalleria, in un posto di controllo chiamato Zulu, ai margini della valle dell’Eufrate, vicino Samawa.
Non c’è niente, laggiú, una vera desolazione. Una pace infinita, soporifera, candida e soffice come le nuvole. È in questo gorgo stagnante di quiete e futilità che un giorno compare al suo cospetto, proveniente dal deserto, Thomas Benton, giornalista del Times, quarantenne che non si è mai distinto per particolari meriti nella sua carriera.
Benton ottiene da Arwood qualcosa che nessun soldato ligio agli ordini gli avrebbe concesso: il permesso di superare l’avamposto e di dirigersi verso Samawa, sulla cui torre idrica sventola una bandiera scita.
Il giornalista si è inoltrato da tempo nel villaggio, quando Arwood scorge dapprima gli elicotteri della Guardia Repubblicana aprire il fuoco, con spietata perizia, su Samawa, e poi Benton correre a perdifiato verso il posto di controllo. Il reporter non è solo, con lui c’è una ragazzina vestita di verde, snella, molto giovane d’aspetto. Per riparare all’errore commesso e salvare la pelle ai due fuggiaschi, Arwood decide di andare loro incontro. Una decisione destinata a condizionare l’intero corso della sua esistenza e di quella di Benton. Ventidue anni dopo, nel 2013, il destino vuole che i due uomini, consumati dal senso di colpa, guardino entrambi le immagini in tv dell’ennesima fuga di profughi dalla Siria verso il Kurdistan, e assistano entrambi a un attacco di mortaio sulla folla, tra cui spicca, come uno smeraldo sullo sfondo pallido della terra, una ragazzina con un vestito verde. La sorte ha, con tutta evidenza, voluto offrire loro una seconda possibilità per riscattarsi dagli errori del passato.
Mostrando una profonda conoscenza del Medio Oriente, delle forze e della posta in gioco, con la sua prosa diretta e potente, La ragazza in verde è piú che un semplice romanzo di guerra.
È l’avventura donchisciottesca di due uomini che vivono una vita intera in attesa di una redenzione.

Titolo: La ragazza in verde
Autore: Derek B. Miller
Casa editrice: Neri Pozza
Collana: BLOOM
pagine: 416
costo cartaceo: 18,00
Costo ebook: 9,99
EAN: 978-88545-1401-0

«Un romanzo che unisce personaggi dalla sensibilità inusuale nella dura realtà del combattimento in guerra».
The Times

«Miller fa quello che molti ritengono troppo difficile: essere chiaro e preciso raccontando cose mai banali. Perché è uno scrittore di estremo talento e umanità».
Booksellers

«Una visione sorprendente e inquietante del Medio Oriente… Un romanzo scritto con intelligenza, compassione e autenticità, da uno scrittore che è già un maestro del suo mestiere».
Evening Post

L'estate prima della guerra

di Simonson Helen l'estate prima della guerra

È l’estate del 1914 a Rye, un piccolo centro che emerge dalle paludi piatte del Sussex come una magnifica isola di tetti rossi protesa verso il mare. L’arciduca Francesco Ferdinando è stato assassinato a Sarajevo, ma la vita in paese scorre tranquilla. L’eco di quanto accade a Whitehall, la sede londinese del Foreign Office, di solito sonnolenta in quella stagione, e ora brulicante di funzionari affaccendati, politici e generali, giunge decisamente attutita tra le strade della piccola città.
Giacca e gonna strette, secondo i dettami della moda, collo lungo e capelli castani delicata-mente raccolti sulla nuca, Beatrice Nash sbarca a Rye per prendere possesso dell’incarico di in-segnante di latino nel locale ginnasio. I membri dell’amministrazione della scuola, l’arcigna moglie del sindaco, Mrs Fothergill, Lady Agatha Kent, dama in vista del paese che sogna di veder emergere un giorno dei grandi leader dai figli dei contadini con i calzoni corti e le ginocchia sporche, erano pronte ad accogliere «un’insignificante fanciulla», come Lady Marbely si era premurata di assicurare. Grande è dunque la loro sorpresa quando si imbattono in una giovane donna attraente che si è lasciata presto alle spalle la frivolezza dell’infanzia, accompagnando il padre letterato nei suoi numerosi viaggi e, dopo la morte del genitore, decidendosi a vivere del suo lavoro senza convolare a nozze, come impone il costume del tempo a una ragazza orfana.
Stabilitasi nel paese, a Beatrice Nash basta poco per scoprire la sottile linea che separa gli a-bitanti di buon cuore di Rye da quelli animati dalla gretta cura dei propri interessi. Tra i primi figu-rano certamente Lady Agatha, cui premono davvero le sorti del ginnasio, Daniel Bookham, giova-ne poeta dai capelli spettinati ad arte e l’aria bohémien, l’amico del cuore di quest’ultimo, Craig-more, figlio dell’altezzoso Lord North, e Hugh Grange, il giovane, aitante assistente di Sir Alex Ramsey, chirurgo tra i più stimati d’Inghilterra. Tra i secondi Mrs Fothergill, la prepotente moglie del sindaco, l’untuoso Mr Poot, suo nipote, e Lord North, che non esita a ricorrere agli stratagem-mi più subdoli pur di spezzare il legame che unisce Daniel Bookham a suo figlio Craigmore.
Il 4 agosto del 1914 la Germania invade il Belgio e, com’è abitudine di tutte le guerre, il conflitto travolge il piccolo ordinato mondo degli abitanti di Rye, mutando desideri e speranze e mostrando, ad un tempo, il vero volto del coraggio e della viltà.
Con una scrittura meticolosa e ricca di fascino Helen Simonson tratteggia un vivido, acuto ri-tratto della società inglese di inizio Novecento, evocando un’intera epoca attraverso la descrizione delicata e struggente dell’estate che ha preceduto il primo grande conflitto mondiale.
Titolo: L’estate prima della guerra
Autore: Simonson Helen
Traduttore: Brovelli Chiara
Casa editrice: Neri Pozza
Collana: I narratori delle tavole
pagine: 544
costo cartaceo: 15,00
Costo ebook: 6,99 (in offerta per il mese di marzo, altrimenti 9,99)
EAN: 9788854514485
«Una storia che diverte e avvince… che parla di intelligenza, dignità e coraggio».
New York Times

«Radioso… mi sono trovata a girare le pagine con crescente stupore e piacere. La Simonson ricorda una Jane Austen o un Henry James dei nostri tempi e L’estate prima della guerra è un autentico gioiello».
Paula McLain, autrice di Una moglie a Parigi

Dentro soffia il vento

di Francesca Diotallevi  Dentro soffia il vento

In un avvallamento tra due montagne della Val d’Aosta, al tempo della Grande Guerra, sorge il borgo di Saint Rhémy: un piccolo gruppo di case affastellate le une sulle altre, in mezzo alle quali spunta uno sparuto campanile.
Al calare della sera, da una di quelle case, con il volto opportunamente protetto dall’oscurità, qualche «anima pia» esce a volte per avventurarsi nel bosco e andare a bussare alla porta di un capanno dove vive Fiamma, una ragazza dai capelli così rossi che sembrano guizzare come lingue di fuoco in un camino.
Come faceva sua madre quand’era ancora in vita, Fiamma prepara decotti per curare ogni malanno: asma, reumatismi, cattiva digestione, insonnia, infezioni… Infusi d’erbe che, in bocca alla gente del borgo diventano «pozioni» approntate da una «strega» che ha venduto l’anima al diavolo. Così, mentre al calare delle ombre gli abitanti di Saint Rhémy compaiono furtivi alla sua porta, alla luce del sole si segnano al passaggio della ragazza ed evitano persino di guardarla negli occhi.
Il piccolo e inospitale capanno e il bosco sono perciò l’unica realtà che Fiamma conosce, l’unico luogo in cui si sente al sicuro. La solitudine, però, a volte le pesa addosso come un macigno, soprattutto da quando Raphaël Rosset se n’è andato.
Era inaspettatamente comparso un giorno al suo cospetto, Raphaël, quando era ancora un bambino sparuto, con una folta matassa di capelli biondi come il grano e una spruzzata di lentiggini sul naso a patata. Le aveva parlato normalmente, come si fa tra ragazzi ed era diventato col tempo il suo migliore e unico amico. Poi, a ventuno anni, in un giorno di sole è partito per la guerra con il sorriso stampato sul volto e la penna di corvo ben lucida sul cappello, e non è più tornato.
Ora, ogni sera alla stessa ora, Fiamma si spinge al limitare del bosco, fino alla fattoria dei Rosset. Prima di scomparire inghiottita dal buio della notte, se ne sta a guardare a lungo la casa dove, in preda ai sensi di colpa per non essere andato lui in guerra, si aggira sconsolato Yann, il fratello zoppo di Raphaël… il fratello che la odia.
Ritornando su un tema caro alla letteratura di ogni tempo – l’amore che dissolve il rapporto tra una comunità e il suo capro espiatorio – Francesca Diotallevi costruisce un romanzo che sorprende per la maturità della scrittura e la solidità della trama, un’opera che annuncia un nuovo talento della narrativa italiana.
Titolo: Dentro soffia il vento
Autore: Francesca Diotallevi
Casa editrice: Neri Pozza
Collana: I narratori delle tavole
pagine: 224
costo cartaceo: 16,00
EAN: 9788854512368

Finché notte non sia più

di Novita Amadei Finché notte non sia più 2

All’alba di un nuovo anno, Caterina giunge in Francia dove sua zia Liliana si è stabilita dopo il fatale incontro con un turista francese. Nel borgo, antico come un aratro, sembra che il tempo non calchi mai la mano: campi coltivati a orzo, frutteti per trarvi conserve e marmellate, forni a legna dove cuocere il pane dal sapore acidulo del lievito madre, tutto sembra ubbidire a un placido scorrere degli anni e delle ore.
Capelli biondo ruggine e, dipinta sul volto, la bellezza senza compromessi della gioventù, Caterina ha lasciato Roma, con i suoi androni scrostati e le strade chiassose, per sfuggire all’abbraccio soffocante di sua madre e trovare la propria via nel mondo. Conclusi gli studi, ha raggiunto zia Liliana con la prospettiva di un lavoro in un poliambulatorio e l’idea di dare una mano nella conduzione del Liliane Coiffure, un lindo salone di parrucchiera dalle poltroncine viola che la zia ha aperto in quel borgo nel sud della Francia.
Un giorno capita nel salone un vecchio signore con una massa scompigliata di capelli e una mano tremante abbandonata lungo la gamba. Si è ferito alla fronte nel tentativo di accorciarsi da solo i capelli, ed è in imbarazzo tra quelle poltroncine viola, i vasi di ranuncoli e le riviste di moda impilate negli angoli. Fuggirebbe, se non fosse per l’accoglienza che gli riserva Caterina, che si prende subito cura di lui.
Come due anime che si sfiorano e si riconoscono, Caterina e Delio, il vecchio signore, comprendono all’istante che il filo del destino li unisce. La sera stessa la ragazza riempie una valigia e si stabilisce nel casolare accanto alla casa di Delio. Il vecchio vive solo, circondato da una terra dura, con malerbe che crescono ovunque e cumuli di sterpaglie affastellati lungo i camminamenti dell’orto, quell’orto che sua moglie Teresa coltivava con cura prima che la malattia se la portasse via. Caterina non tarda a capire che un’altra mancanza grava sul cuore malandato del vecchio: Daniele, il figlio che la foto sulla credenza raffigura come un giovane uomo prestante, coi capelli un po’ lunghi e un’aria sfrontata, è assente da casa da più di quattro anni. In paese, dove tutti parlano di lui e qualche ragazza lo nomina con il rimpianto di una ex innamorata, si sussurra che una grave offesa l’abbia spinto a rifiutare ogni contatto col padre.
Quando, però, dopo una caduta, Delio cede alla vecchiaia e si mette a letto col volto scavato dalla stanchezza della vita, Daniele compare sull’uscio di casa. E Caterina, tormentandosi una ciocca di capelli, lo accoglie con un sorriso di disagio, il cuore impazzito.
Appassionante romanzo sull’educazione sentimentale di una giovane donna, scritto con una prosa delicata capace di ritrarre magistralmente i moti più profondi dell’animo, Finché notte non sia più costituisce una splendida conferma del talento dell’autrice di Dentro c’è una strada per Parigi.
Titolo: Finché notte non sia più
Autore: Novita Amadei
Casa editrice: Neri Pozza
Collana: I narratori delle tavole
pagine: 240
costo cartaceo: 16,50
EAN: 9788854513990

Un figlio

di Alejandro Palomas un-figlio
Guille non ha niente in comune con i suoi compagni di quarta elementare: è taciturno, non ama il calcio e ha sempre la testa tra le nuvole. Sarà perché non si è ancora ambientato nella nuova scuola, dice suo padre, Manuel Antúnez, quando la maestra Sonia lo convoca d’urgenza in aula docenti. Sonia, però, scuote la testa. Quella mattina, prima dell’intervallo, ha chiesto agli alunni che cosa avrebbero voluto fare da grandi. C’è chi ha risposto il veterinario, chi Beyoncé, chi ancora l’astronauta, Rafael Nadal o la vincitrice di The Voice. Guille ha risposto… Mary Poppins. E ha anche motivato la sua scelta: vuole essere Mary Poppins perché è una signora simpatica che sa volare, ama gli animali e, quando non lavora, può nuotare nel mare insieme ai pesci e ai polipi.
Sonia consiglia a Manuel di affiancare al bambino una psicologa scolastica che lo aiuti ad aprirsi con i compagni e a non rifugiarsi in un mondo immaginario e strampalato, e il padre si dice d’accordo.
Nessuno dei due adulti ha, però, intuito il vero motivo della risposta di Guille. Avere i poteri magici di Mary Poppins significa per il bambino risolvere d’incanto tutti i suoi problemi. Gli basterebbe, infatti, cantare Supercalifragilistichespiralidoso e sua madre tornerebbe a casa, suo padre smetterebbe di passare le sere a piangere e la sua amica Nazia non sarebbe costretta ad andare in Pakistan a sposare un signore anziano che neppure conosce…
Guille è stufo che tutto il mondo continui a ripetergli che è soltanto un bambino e che ibambini non possono capire certe cose. Lui, invece, le capisce benissimo. Sa perfettamente che suo padre lo mette a letto e poi va a rimestare in una vecchia scatola nascosta sull’ultimo ripiano dell’armadio. Sa, soprattutto, che è un vero mistero che sua madre sia andata a lavorare a Dubai come hostess di volo e nonsia ancora tornata…

Titolo: Un figlio
Autore: Alejandro Palomas
Casa editrice: Neri Pozza
Collana: I narratori delle tavole
pagine: 192
costo cartaceo: 16,00
ISBN: 978-88545-1235-1

Con la sua prosa lieve, Alejandro Palomas – «un ritrattista dell’animo umano, uno degli scrittori più amati e promettenti della nostra letteratura» (Culturamas) – regala ai lettori una favola tenera e profonda che riflette sulla distanza emotiva che un dolore improvviso può instaurare tra un padre e un figlio. Un romanzo pieno di grazia e di speranza che parla al cuore di chi non vuole smettere di credere ai propri sogni.
«Palomas si addentra nei suoi personaggi e nelle sue storie con una voracità e una forza tali […] da condurci nelle profondità dell’animo umano».
Mara Calabuig

«Un libro che si legge tutto d’un fiato, ma che vorremmo non finisse mai».
Maribel

 

Il diavolo e la città bianca

di Erik Larson il-diavolo-e-la-citta-bianca

Stati Uniti, 30 ottobre 1893. L’architetto Daniel H. Burnham è sul tetto del mondo: l’Esposizione Universale di Chicago si è appena conclusa con uno straordinario successo di critica e pubblico e, ad appena quattro anni dal clamore suscitato dall’Esposizione di Parigi, l’America celebra il suo trionfo di avanguardia globale nel campo dell’architettura e simbolo delle promesse della modernità e del Novecento. Quella di Burnham è stata una lotta dai contorni epici contro tempo, politica e caratteristiche fisiche del terreno: tra complesse bonifiche – l’area di Jackson Park, su cui sorgono gran parte degli edifici, pochi mesi prima dei lavori era una landa di sterpaglie e desolazione –, rischi di sciopero, scontri con le personalità locali e un clima quanto mai inclemente, l’edificazione della «Città Bianca» appare a tutti come un miracolo. Un sogno giunto al suo lieto fine.
Ma c’è un’altra città, oscura e demoniaca, che si è andata costruendo parallelamente nel ventre del paese; una città tirata su da un unico uomo nel silenzio dello scantinato del suo albergo, cadavere su cadavere, omicidio dopo omicidio. Per tutta la durata dell’Esposizione, Henry Howard Holmes, «l’assassino piú folle e depravato dell’Ottocento», ha infatti continuato a uccidere: il suo hotel, «il Castello», da cui sono passati nei mesi della fiera centinaia di turisti, è un intricato dedalo di stanze e corridoi che nascondono scannatoi, camere di tortura e forni crematori.
Un capolavoro di perversione, sorretto unicamente dal fascino di un uomo che, con la sua avvenenza e i suoi modi calmi e diretti, è riuscito a ingannare un’intera comunità: dai numerosissimi creditori alle giovani donne che continuavano a venire da lui cercando lavoro, per poi scomparire per sempre.
Con la stessa prosa esatta e potente de Il giardino delle bestie, Erik Larson ricostruisce la storia di queste due città – la città della speranza e quella della morte – e dei due uomini che le hanno erette. Il diavolo e la città bianca è l’affresco di un momento storico elettrizzante in cui, a pochi passi da Buffalo Bill e Thomas Edison, si aggiravano le illusioni e gli incubi di un’America ingenua e inconsapevole.
Titolo: Il diavolo e la città bianca
Autore: Erik Larson
Traduzione: G. M. Griffini
Casa editrice: Neri Pozza
Collana: bloom
pagine: 472
costo cartaceo: 18,00
EAN: 9788854505889
«Quando una storia vera può fare più paura della finzione».
The New York Times

«Un libro avvincente, che cattura tutto lo spirito di un’America in corsa verso la modernità».
Independent on Sunday

«Il diavolo e la città bianca sprizza cosí tanta vitalità che si ha paura che possa prendere vita tra le nostre mani».
Yorkshire Evening Post

 

 

 

La logica del lupo

di Alex Lake la-logica-del-lupo

Julia Crowne, avvocato divorzista, un matrimonio giunto ormai al capolinea, un’esistenza divisa tra l’essere una brava madre e una valente professionista, è alla guida della sua Volkswagen Golf diretta alla scuola della figlia.
È in ritardo. L’incontro tra una sua assistita e la controparte si è protratto più del previsto, e Julia immagina già con ansia lo sguardo severo e seccato con cui la maestra di Anna, la sua bambina, l’accoglierà all’uscita della scuola.
Minuta, capelli scuri, zainetto di Dora l’esploratrice sulle spalle e scarpette di pelle nera ai piedi, Anna varca i cancelli dell’istituto con i compagni e si guarda intorno in cerca di sua madre. Qualcuno la osserva. Qualcuno che dapprima si chiede come si possa essere così negligenti da lasciare sola una bimba di cinque anni, e poi agisce con risolutezza. Rapisce la bimba, la porta via con la logica di chi non si pone problemi riguardo a cosa è giusto o ingiusto, con la logica… del lupo che sbrana l’agnello senza alcun rimorso.
Trascorreranno ore angosciose in cui la polizia brancolerà nel buio e la tensione tra Julia e suo marito Brian, alimentata da rivelazioni scottanti sulla vita privata della giovane donna, rivelazioni misteriosamente pervenute alla stampa, giungerà a un punto di non ritorno.
Finché un giorno non ricomparirà la piccola Anna, senza alcun segno di violenza addosso, senza ricordo del tempo della sua sparizione, se non la vaga memoria di una grande casa delle bambole in cui le parrà di aver dormito.
Una ricomparsa inspiegabile per la logica comune, ma non per quella di un lupo, e dei suoi scopi perversi e crudeli.
Con La logica del lupo Alex Lake – pseudonimo dietro cui si nasconde un celebre scrittore inglese – consegna al lettore una storia avvincente e realistica sulla rete di pressioni, timori e drammi che si dipana attorno alla scomparsa di un minore, travolgendo la vita delle persone coinvolte. Un thriller psicologico mozzafiato, che mette in scena una delle paure più concrete e inquietanti del nostro tempo.
Titolo: La logica del lupo
Autore: Alex Lake
Traduzione: Annamaria Biavasco e Valentina Guani
Casa editrice: Neri Pozza
Collana: I neri
pagine: 320
costo cartaceo: 18,00
EAN: 9788854513945
«Un avvincente thriller psicologico… dall’alta tensione fino alla fine».
Publishers Weekly

«Una storia perfetta per tutti i fan del thriller psicologico».
The Letter Book Reviews

«Cattura dalla prima frase… Davvero un eccellente romanzo».
The Welsh Librarian

 

 

 

Ingrossare le schiere celesti

di Franck Bouysse ingrossare-le-schiere-celesti

Gus ha più di cinquant’anni e del mondo conosce soltanto i campi della sua isolata fattoria tra i monti, il bosco limitrofo e il paese di Pont-de-Montvert, nel sud della Francia, in cui saltuariamente è costretto a scendere per fare compere e commerciare. È un uomo schivo, diffidente, di poche parole: tutto ciò che gli interessa è continuare la propria vita senza essere disturbato, tra i suoi animali e la natura circostante, fino alla fine dei suoi giorni. Come unica compagnia, oltre all’amato cane Mars, ha Abel, il vicino, di vent’anni più vecchio, con il quale condivide le serate tra bicchieri di vino e reciproci racconti.
Un giorno, mentre sta cacciando con Mars, sente dei colpi d’arma da fuoco e delle grida provenire dalla tenuta di Abel. Si precipita dal vicino e si trova davanti un luogo apparentemente abbandonato e tranquillo. Di Abel nessuna traccia. Sulla neve vicino al recinto brillano però inquietanti macchie rossastre.
L’indomani, quando si imbatte finalmente nell’amico, Gus è sorpreso dal suo atteggiamento ostile. Le spiegazioni di Abel trasudano l’odore acre della menzogna. Ha sparato al proprio cane, dice, scambiandolo per una volpe, e non ha altro da aggiungere.
Parole ambigue, che sono soltanto il preludio di una serie di avvenimenti oscuri. Di lì a poco, infatti, Mars viene ritrovato al margine del bosco, in apparenza ferito orrendamente da un animale più grosso, ma con accanto al corpo delle tracce confuse e il portachiavi di una Volkswagen. Poi, nelle ore in cui l’intero paese è in lutto e in preda alla costernazione per la morte dell’Abbé Pierre, una delle figure più carismatiche del Novecento francese, un gruppo di singolari predicatori si presenta alla porta di Gus alla ricerca di una collega scomparsa. Il turbamento di Gus si muta allora nella fredda certezza che qualcosa di inquietante sta accadendo lì, tra i suoi monti.
Romanzo dall’atmosfera hitchcockiana, nella quale i contorni noti e i volti amici si trasfigurano alla luce macabra del sospetto, Ingrossare le schiere celesti è un noir d’autore magistrale, paragonato per lo stile, crudo e poetico assieme, alle migliori opere di Georges Simenon.

Titolo: Ingrossare le schiere celesti
Autore: Franck Bouysse
Traduzione: Maddalena Togliani
Casa editrice: Neri Pozza
Collana: I neri
pagine: 176
costo cartaceo: 15,00
EAN: 9788854513402
«Il miglior thriller francese dell’anno… per originalità e potenza delle sue parole, e una trama di prim’ordine».
Christophe Laurent, Nice Matin

«Un romanzo abbagliante, che mi ha lasciato sbalordito. Che talento! Che lingua! Fa pensare ai romanzi più duri di Simenon».
Bernard Poirette

«Un romanzo bellissimo, misterioso e struggente».
La Cause Littéraire

 

Schiava di Picasso

di Osvaldo Guerrieri  Schiava di Picasso

Un gelido gennaio del 1936 a Parigi. Seduta a un tavolino del «Deux Magots», una donna si toglie i guanti, estrae dalla borsetta un coltello e comincia a pugnalare in gran velocità gli spazi tra le dita della mano aperta a ventaglio.
A volte sbaglia il colpo e sanguina. Seduti lì accanto, Pablo Picasso e il poeta Paul Éluard osservano il gioco. Il pittore si alza, si avvicina alla donna e le chiede in dono i guanti: vuole collocarli nella vetrinetta dove conserva i ricordi più preziosi. La donna glieli concede levando su di lui due occhi dal colore indefinibile. Non si tratta di una donna qualunque.
È la fotografa surrealista Dora Maar. Scocca da questo incontro uno degli amori più tormentati del Novecento. Quando conosce Picasso, Dora è reduce da un legame devastante con Georges Bataille. Al fianco dello scrittore ha oltrepassato la linea che divide l’erotismo dalla crudeltà. Ma anche con Picasso l’amore è violento. Picasso ama Dora, ma ama soprattutto se stesso. La divide con altre donne, per esempio con Marie-Thérèse, che gli ha dato una figlia quando lui è ancora sposato con Olga; la costringe a fare da spettatrice ai propri tradimenti; la umilia obbligandola ad abbandonare la fotografia.
Fra i surrealisti Dora è considerata la rivale di Man Ray, ma per Picasso esiste un solo genio: lui. Sono anni in cui infuria la tempesta. La Spagna è dilaniata dalla guerra civile, l’Europa sta per subire l’assalto di Hitler e Picasso diventa la coscienza critica di quel tempo feroce. Dipinge Guernica e Dora lo fotografa mentre crea il capolavoro. E quando Parigi è occupata dai nazisti, Dora divide con Picasso la fame, il freddo e la paura dell’arresto.
Schiava di Picasso è il romanzo di un amore e di un’epoca. Usa il documento per staccarsene e per narrare di un momento irripetibile della storia: della Parigi degli anni Trenta e Quaranta, in cui Paul Éluard, Jacques Prévert, Brassaï, Man Ray, Jean Cocteau furono i comprimari e i testimoni di una schiavitù amorosa che con le sue crudeltà portò alla follia Henriette Theodora Markovitch, l’artista che, portando sul viso «la grazia di una madonna che non sorride», divenne famosa col nome di Dora Maar.

Titolo: Schiava di Picasso
Autore: Osvaldo Guerrieri
Casa editrice: Neri Pozza
Collana: I narratori delle tavole
pagine: 240
costo cartaceo: 16,00
EAN: 9788854511071

March Il padre delle piccole donne

di Geraldine Brooks march-il-padre-delle-piccole-donne
1861, Virginia. La Guerra civile infuria e nel salotto di Augustus Clement, dove un tempo la moglie riceveva gli ospiti, ora sono accampati i feriti delle truppe unioniste. Accovacciato in un angolo c’è anche il cappellano March, che si perde nei ricordi di una notte di vent’anni prima quando, ancora venditore ambulante, era stato ospite di Augustus e aveva scoperto i baci e le carezze di Grace, la bella schiava di colore dei Clement. Per scacciare il turbamento di quella primavera, il cappellano estrae dalla tasca un piccolo involto di seta con un riccio biondo, un ciuffo nero, un ricciolo castano: le ciocche dei capelli di Amy, Beth e Meg, le sue figlie, le sue piccole donne lontane…
Geraldine Brooks rivolge un doppio omaggio a Piccole donne. Da un lato narra quello che nel celebre libro della Alcott è taciuto (l’anno che Mr. March trascorse in guerra) e, dall’altro, modella la figura di quest’ultimo su quella del padre vero della Alcott, Bronson Alcott, uno dei grandi esponenti dell’idealismo americano del XIX secolo con Emerson e Thoreau.

 

Titolo: March Il padre delle piccole donne
Autore: Geraldine Brooks
Traduttore: Chiara Gabutti
Editore: Neri Pozza
N° pagine: 320
Genere: narrativa
Costo ebook: 6,99
ISBN: 9788865593172


«Chi ha amato Piccole donne qui ritrova gli episodi ‘taciuti’ nel romanzo della Alcott».
la Repubblica

«Raffinato gioco letterario, ma anche indagine sentita e partecipata, March si fa leggere come una storia dotata di verità umana».
Famiglia Cristiana

«L’autrice ha amato così tanto Piccole donne che ha voluto rendergli omaggio così».
Donna Moderna