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La ragazza in verde

di Derek B. Miller La ragazza in verde

Iraq, 1991. La guerra è finita e il soldato Arwood Hobbes, di stanza con un reparto dell’esercito americano incaricato di far rispettare il cessate il fuoco, si annoia a morte. L’operazione Desert Storm non è stata altro che una campagna aerea di un mese contro alcune truppe irachene allo scoperto, seguita da un conflitto di soli quattro giorni. Arwood fa parte del Terzo Squadrone, Secondo reggimento di Cavalleria, in un posto di controllo chiamato Zulu, ai margini della valle dell’Eufrate, vicino Samawa.
Non c’è niente, laggiú, una vera desolazione. Una pace infinita, soporifera, candida e soffice come le nuvole. È in questo gorgo stagnante di quiete e futilità che un giorno compare al suo cospetto, proveniente dal deserto, Thomas Benton, giornalista del Times, quarantenne che non si è mai distinto per particolari meriti nella sua carriera.
Benton ottiene da Arwood qualcosa che nessun soldato ligio agli ordini gli avrebbe concesso: il permesso di superare l’avamposto e di dirigersi verso Samawa, sulla cui torre idrica sventola una bandiera scita.
Il giornalista si è inoltrato da tempo nel villaggio, quando Arwood scorge dapprima gli elicotteri della Guardia Repubblicana aprire il fuoco, con spietata perizia, su Samawa, e poi Benton correre a perdifiato verso il posto di controllo. Il reporter non è solo, con lui c’è una ragazzina vestita di verde, snella, molto giovane d’aspetto. Per riparare all’errore commesso e salvare la pelle ai due fuggiaschi, Arwood decide di andare loro incontro. Una decisione destinata a condizionare l’intero corso della sua esistenza e di quella di Benton. Ventidue anni dopo, nel 2013, il destino vuole che i due uomini, consumati dal senso di colpa, guardino entrambi le immagini in tv dell’ennesima fuga di profughi dalla Siria verso il Kurdistan, e assistano entrambi a un attacco di mortaio sulla folla, tra cui spicca, come uno smeraldo sullo sfondo pallido della terra, una ragazzina con un vestito verde. La sorte ha, con tutta evidenza, voluto offrire loro una seconda possibilità per riscattarsi dagli errori del passato.
Mostrando una profonda conoscenza del Medio Oriente, delle forze e della posta in gioco, con la sua prosa diretta e potente, La ragazza in verde è piú che un semplice romanzo di guerra.
È l’avventura donchisciottesca di due uomini che vivono una vita intera in attesa di una redenzione.

Titolo: La ragazza in verde
Autore: Derek B. Miller
Casa editrice: Neri Pozza
Collana: BLOOM
pagine: 416
costo cartaceo: 18,00
Costo ebook: 9,99
EAN: 978-88545-1401-0

«Un romanzo che unisce personaggi dalla sensibilità inusuale nella dura realtà del combattimento in guerra».
The Times

«Miller fa quello che molti ritengono troppo difficile: essere chiaro e preciso raccontando cose mai banali. Perché è uno scrittore di estremo talento e umanità».
Booksellers

«Una visione sorprendente e inquietante del Medio Oriente… Un romanzo scritto con intelligenza, compassione e autenticità, da uno scrittore che è già un maestro del suo mestiere».
Evening Post

Il diavolo e la città bianca

di Erik Larson il-diavolo-e-la-citta-bianca

Stati Uniti, 30 ottobre 1893. L’architetto Daniel H. Burnham è sul tetto del mondo: l’Esposizione Universale di Chicago si è appena conclusa con uno straordinario successo di critica e pubblico e, ad appena quattro anni dal clamore suscitato dall’Esposizione di Parigi, l’America celebra il suo trionfo di avanguardia globale nel campo dell’architettura e simbolo delle promesse della modernità e del Novecento. Quella di Burnham è stata una lotta dai contorni epici contro tempo, politica e caratteristiche fisiche del terreno: tra complesse bonifiche – l’area di Jackson Park, su cui sorgono gran parte degli edifici, pochi mesi prima dei lavori era una landa di sterpaglie e desolazione –, rischi di sciopero, scontri con le personalità locali e un clima quanto mai inclemente, l’edificazione della «Città Bianca» appare a tutti come un miracolo. Un sogno giunto al suo lieto fine.
Ma c’è un’altra città, oscura e demoniaca, che si è andata costruendo parallelamente nel ventre del paese; una città tirata su da un unico uomo nel silenzio dello scantinato del suo albergo, cadavere su cadavere, omicidio dopo omicidio. Per tutta la durata dell’Esposizione, Henry Howard Holmes, «l’assassino piú folle e depravato dell’Ottocento», ha infatti continuato a uccidere: il suo hotel, «il Castello», da cui sono passati nei mesi della fiera centinaia di turisti, è un intricato dedalo di stanze e corridoi che nascondono scannatoi, camere di tortura e forni crematori.
Un capolavoro di perversione, sorretto unicamente dal fascino di un uomo che, con la sua avvenenza e i suoi modi calmi e diretti, è riuscito a ingannare un’intera comunità: dai numerosissimi creditori alle giovani donne che continuavano a venire da lui cercando lavoro, per poi scomparire per sempre.
Con la stessa prosa esatta e potente de Il giardino delle bestie, Erik Larson ricostruisce la storia di queste due città – la città della speranza e quella della morte – e dei due uomini che le hanno erette. Il diavolo e la città bianca è l’affresco di un momento storico elettrizzante in cui, a pochi passi da Buffalo Bill e Thomas Edison, si aggiravano le illusioni e gli incubi di un’America ingenua e inconsapevole.
Titolo: Il diavolo e la città bianca
Autore: Erik Larson
Traduzione: G. M. Griffini
Casa editrice: Neri Pozza
Collana: bloom
pagine: 472
costo cartaceo: 18,00
EAN: 9788854505889
«Quando una storia vera può fare più paura della finzione».
The New York Times

«Un libro avvincente, che cattura tutto lo spirito di un’America in corsa verso la modernità».
Independent on Sunday

«Il diavolo e la città bianca sprizza cosí tanta vitalità che si ha paura che possa prendere vita tra le nostre mani».
Yorkshire Evening Post

 

 

 

Geometrie di un panorama sconosciuto

di Vendela Vida  Geometrie di un panorama sconosciuto

Che cosa può fare una giovane donna profondamente ferita negli affetti più cari, se non partire per mete lontane, lontanissime dalle persone e dai luoghi all’origine dei suoi patemi? È quanto fa la protagonista di queste pagine. Un trolley blu, un anonimo zainetto di tela nera, un biglietto aereo per Casablanca in tasca, e via dalla Florida, via da una sorella gemella che si è rivelata un doppio cattivo di se stessa, via da un marito che ha mostrato un volto ancora peggiore.
Casablanca, però, è una città in cui le avversità – quelle circostanze che, secondo un noto pensiero, ci insegnano a «farci uscire da noi stessi» – sono all’ordine del giorno.
Tutto ha inizio al bancone dell’anonimo albergo dove la giovane donna si reca per prendere possesso della camera prenotata poco prima di partire per il Marocco. Il tempo di appoggiare lo zaino sul trolley, di allungarsi verso il bancone, di riempire il modulo con i dati del passaporto, per fare un’agghiacciante scoperta: lo zainetto di tela nera non c’è più. Volatilizzato con portatile, portafoglio, carte di credito, contanti, macchina fotografica, beauty e tutto il necessario per sopravvivere in un paese straniero.
Un’innocente menzogna, affiorata alle labbra giusto per far colpo sulla polizia – «Io sono una giornalista, una giornalista del New York Times» – dà il via a un crescendo tale di equivoci, bugie e fraintendimenti da generare un autentico carosello di false identità, doppi, travestimenti.
Impadronendosi dell’identità di una giovane donna americana con i capelli castani lisci, gli occhi verdi e una vaga somiglianza con lei (identità che, per quieto vivere, la polizia marocchina le procura), diventa una stand-in, una controfigura di una famosa attrice hollywoodiana e viene coinvolta in una liason con relativo scandalo da rotocalco e ricatto.
Romanzo che costituisce una splendida conferma del talento di Vendela Vida, Geometrie di un panorama sconosciuto è una brillante esplorazione dei misteri dell’identità «raccontata in un unico, lungo, ammaliante piano sequenza.
Da leggere in trance, trattenendo il respiro» (Booklist).

 

Titolo: Geometrie di un panorama sconosciuto
Autore: Vendela Vida
Casa editrice: Neri Pozza
Collana: Bloom
pagine: 240
costo ebook: 9,99
costo cartaceo: 16,00
EAN: 9788854512320

 

Palazzokimbo

di Piera Ventre  palazzokimbo

Nella prima metà degli anni Settanta, Stella, detta a scuola stelladamore, col nome attaccato al cognome, ha un palazzo intero per madre. A Napoli, tutti lo chiamano Palazzokimbo per via dell’enorme insegna pubblicitaria che campeggia sul tetto. Chili e chili di ringhiere, porte blindate, chiavistelli… un clangore di ferro risuona per i suoi otto piani, fino alla cima, una distesa asfaltata e ricoperta di antenne, da cui si scorge tutta la città, compresa la striscia di mare dove si erge la Saint-Gobain, la vetreria proprietaria degli appartamenti in cui vive il personale della fabbrica. Settanta famiglie di operai, come il papà di Stella, e impiegati ed elettricisti che hanno a che fare con silice, ossidi, nitrati e amianto, e rientrano a casa coi vestiti che sopra i baveri sembra vi sia uno spolvero di talco.
All’ottavo piano abita la famiglia D’Amore. Ci sono i genitori, zia Marina, la sorella signorina di papà, i nonni paterni, Stella e sua sorella Angela. C’è pure un gatto, battezzato Otto, per un semplice calcolo d’aggiunta. Tanti D’Amore, e ciascuno con un passo e una voce, un modo di sbattere le porte, di strascicare i piedi, di richiudere sportelli, di calibrare il volume della televisione.
Quattro piani sotto vive la signora Zazzà, che calza sempre le pantofole, indossa una quantità di stracci variopinti e cela un segreto che nessuno conosce.
Quando non si aggira per Palazzokimbo, Stella trascorre il tempo incantato della sua infanzia con Consiglia, l’amica del cuore coi capelli rossi che le sfiammano lampi sulle spalle, le guance accese e la lingua velenosa.
Nel ventre di Palazzokimbo penetrano, però, anche i fatti di fuori, gli eventi terribili della fine degli anni Settanta: la deindustrializzazione, il rapimento Moro, la strage di Bologna…
L’esistenza dignitosa della brulicante umanità di Palazzokimbo appare allora soltanto come una fugace parentesi, e l’infanzia incantata di Stella come un breve preludio alla consapevolezza dei guasti della vita che l’età adulta dona.
Finalista al Premio Neri Pozza 2015, Palazzokimbo svela il talento di una scrittrice capace di dare nuova linfa al romanzo di formazione e di restituirci con brio e impeccabile scrittura l’atmosfera dell’Italia degli anni Settanta.
Titolo: Palazzokimbo
Autore: Piera Ventre
Casa editrice: Neri Pozza
Collana: Bloom
pagine: 432
costo cartaceo: 18,00
ISBN: 978-88545-1226-9