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La perla

di Jolanda (Maria Majocchi Plattis)

Autunno, e pioveva con tranquilla monotonia sugli orti e sui giardini di Ferrara. Dopo l’ostinata siccità di due mesi afosi nella vallata del Po, parevano imbeversi con delizia dell’umida frescura e le verdi aiuole alberate intorno al Castello Estense, e i recinti vasti, ombrosi e misteriosi, dietro i cancelli degli aristocratici palazzi di via dei Piopponi e gli inaccessi verzieri dei conventi ermi e silenziosi oltre le alte mura, e i magri alberetti di piazza Ariostea e le antiche piante del Montagnone. Rimbalzava l’acqua sui tetti d’embrici, gorgogliava giù per i tubi delle grondaie e scrosciava sui ciottoli delle vie larghe e diritte, spopolate, attediate tra il velo liquido: ma sul verde la pioggia scendeva leggera, carezzevole, lucente, con un fruscio di seta smossa, soltanto.

Titolo: La perla
Autrice: Jolanda (Maria Majocchi Plattis)
ISBN: 9791222042336
Costo ebook: 0,99
Formato: epub, mobi
Collana: Tallia
Sottocollana: Le Riscoperte n° 37
Pubblicato il 28 gennaio 2022

Una passione

di Anna Radius Zuccari in arte Neera

L’uscio a vetri del Ristorante Savini si aperse lasciando passare due signori che si fermarono un istante sulla soglia, quasi l’uno aspettasse dall’altro la prima mossa; ma poi contemporaneamente voltarono a destra verso l’ottagono della Galleria rialzando il bavero della pelliccia.
– Mi par che questo sia un posto terribile per le bronchiti.
– Avete ragione. Sarei dolente che un malanno di tal genere dovesse lasciarvi un brutto ricordo del clima milanese. Affrettiamo il passo.
– Non venite a teatro?
– No, grazie. Sono aspettato.
Molta gente invadeva la Galleria. Era l’ora degli appuntamenti fra amici
che vogliono passare la serata insieme; l’ora in cui i vecchi mariti lasciano le dolcezze del focolare domestico per andar fuori a fare una fumata in libertà; mentre i giovani sposi escono insieme e fermandosi alle mostre tentatrici dei negozi si offrono l’un l’altro, coll’immaginazione, i più splendidi regali. Qualche famiglia attraversava rapidamente la Galleria per recarsi al teatro Manzoni, urtando i passeggeri, nella tema di perdere le prime scene della commedia. Qualche figura femminile, solitaria, eccentrica, si aggirava lentamente.

Autore: Anna Radius Zuccari “Neera”
Titolo: Una passione
Casa Editrice: Decima Musa Edizioni
ISBN: 9791222041292
Collana: Tallia
Sottocollana: Le Riscoperte n°33
Costo: 0,99
Formato ebook: epub, mobi
Pubblicato il 30 dicembre 2022

Vecchie catene

di Anna Radius Zuccari “Neera”

— Mille fulmini! Battista, tu non hai messo la polvere dove dovevi metterla.
Queste parole di senso oscuro le pronunciava l’elegante marchese Gili, balzando fuori dal suo carrozzino.
Battista parve comprendere l’enormità della sua colpa, perché balbettò umilmente qualche scusa.
— Bisogna rimediarvi, — soggiunse il marchese, appoggiando sul selciato della via un piedino snello con calze di seta color carnicino e scarpette lucide.
— Rimediarvi! — ripeté Battista inarcando la spina dorsale fino a convertirla in un enorme punto d’interrogazione, in mezzo al quale calava come un fendente lo sguardo corrucciato del signore.
— Presto, corri a casa; il vasetto è quello di cristallo, a destra, colle viole sul coperchio — va ad aspettarmi nel corridoio interno dell’appartamento della baronessa. Sei pratico, non è vero?
— Oh! sì, signore.
Di interrogativo, il punto si fece esclamativo.
Battista si rizzò, coi piedi avvicinati, una mano lungo la coscia, nell’altra il cappello. A un
cenno del marchese risalì sul carrozzino a fianco del cocchiere, che sferzò i cavalli e partì di galoppo.

Autore: Anna Radius Zuccari “Neera”
Titolo: Vecchie catene
Casa Editrice: Decima Musa Edizioni
ISBN: 9791222042282
Collana: Tallia
Sottocollana: Le Riscoperte n°39
Pubblicato il 14 febbraio 2023

Cara Speranza

Una raccolta di racconti scritti alla fine dell’Ottocento, dipingono con acume e ironia la vita e le aspettative delle genti della Pianura Padana.

Dal primo racconto che dà il nome al libro:

Si chiamava Amalia. Però, malgrado quel nome gentile, era una fra le più rozze campagnuole delle risaie, quando si presentò in casa nostra ad offrirsi come serva.

S’era messe le scarpe per la solennità della circostanza, ma, appena vide il pavimento lucido del nostro gabinetto, rimase sbigottita e si curvò come per levarsele. Ci volle di molto a persuaderla d’entrare calzata com’era.

Tuttavia non era timida nè selvatica, come sono, per lo più, le contadine; le pareva soltanto una mancanza di rispetto il mettere sul nostro pavimento le scarpe che aveva strascinate, per una lunga camminata, nella polvere della strada maestra da Momo a Novara. Ignorava ogni elemento di civiltà, e, nella sua cortesia istintiva da persona buona, inventava una civiltà a suo modo, che riesciva grottesca, sebbene, a conti fatti valesse forse quanto la nostra. Infatti nella China si tolgono le scarpe prima di entrare nelle case. È questione di usanze.

In tutta la persona dell’Amalia si vedevano le traccie della vita e dei lavori delle risaie. Aveva ventisette anni ma ne dimostrava quaranta. Il volto era pieno di rughe, i capelli, folti sulla fronte, erano tanto radi sul cranio, che frammezzo alle ciocche, tirate nella legatura, si vedeva la pelle bianca sollevarsi.

L’ebook è in vendita su Amazon.