di Truman Capote
Quando Colazione da Tiffany venne pubblicato per la prima volta nel 1958, il «Time» definì la sua eroina, Holly Golightly, «la gattina più eccitante che la macchina per scrivere di Truman Capote abbia mai creato. È un incrocio tra una Lolita un po’ cresciuta e una giovanissima Auntie Mame (l’eccentrica protagonista dell’omonimo romanzo di Edward E. Tanner, del 1955)… sola, ingenua e un po’ impaurita».
Di tutti i suoi personaggi, disse Capote più tardi, Holly è stata la sua preferita, ed è facile capire perché.
Holly Golightly è una cover-girl di New York, attrice cinematografica mancata, generosa di sé con tutti, consolatrice di carcerati, eterna bambina chiassosa e scanzonata. È un personaggio incantevole, dotato di una sorprendente grazia poetica. Intorno a lei ruotano tipi bizzarri come Sally Tomato, paterno gangster ospite del penitenziario di Sing Sing; O.J. Berman, il potente agente dei produttori di Hollywood; il «vecchio ragazzo» Rusty Trawler; Joe Bell, proprietario di bar e timido innamorato… «Holly Golightly», scrisse «The Atlantic», «è bizzarra, simpaticissima, commovente… e reale.»