Segreta Penelope

di Alicia Giménez-Bartlett

Un gruppo di amici si ritrova al funerale di una di loro, Sara, donna libera, allegra e spensierata, che si è tolta la vita a cinquant’anni. E nei loro ricordi il racconto della vita di Sara e la riflessione sulle scelte della generazione spagnola da poco uscita dal franchismo. Alicia Giménez-Barteltt traccia, «Con la maestria psicologica di una Jane Austen post rivoluzione sessuale, il ritratto di Sara, memorabile personaggio di donna fuori dagli schemi, nella cui vita e nella cui tragica fine si riflettono i sogni utopici e le sconfitte della generazione (non solo femminile) di chi oggi ha passato i cinquanta» (Stefano Tettamanti, Il Venerdì di Repubblica).

Traduzione dallo spagnolo di Maria Nicola

Titolo originale: Secreta Penélope

Negli anni Settanta del Novecento c’era una Sara quasi in ogni gruppo, conosciuta o mitizzata in ogni compagnia di amici. Colei che incarnava lo spirito di quel tempo nella libertà sessuale: Eros trionfante su Thanatos, Dioniso su Apollo, l’innocenza infantile del piacere sulla malizia del vizio. La Sara di questo libro si è suicidata. La stagione della libertà aveva coinciso con il dopo Franco, ed era stata tanto più intensa in quanto era l’uscita da quarant’anni di repressione bigotta. Dopo è venuta la fine dell’illusione e l’obbligatorio ritorno ai soliti ruoli di madre e di moglie.

Il romanzo di Alicia Giménez-Bartlett parte da qui. E mira a ricostruire che cosa successe a Sara nel corso del tempo del dopo. Lo rievocano, nei giorni successivi al suo addio per sempre, le amiche che formavano il suo gruppo, il bolso personaggio che ne divenne il marito, la figlia che mai poteva amarla, fino alla scoperta del più intimo ultimo segreto, dell’ultimo inaccettabile amore: pezzi di memoria strappati con dolore dall’amica che narra in prima persona; ricordi nostalgici e pieni di un affetto senza comprensione; oppure le giustificazioni del conformismo alle ferite inferte come in riti sacrificali di espiazione. La rivincita sorda, progressiva e crudele dell’ordine sul caos creativo. E il ritratto della splendida persona sconfitta dalla Penelope segreta appostata in ogni vita di donna, si piega in modo inquietante a una domanda sul tempo: che è troppo e troppo poco.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *